Le due aziende non hanno atteso la decisione negativa della Commissione europea. Con un comunicato stampa congiunto è stato annunciato la sottoscrizione di un accordo per interrompere quello firmato il 4 agosto 2022. Amazon rinuncia all’acquisizione di iRobot e dovrà pagare una penale di 94 milioni di dollari. Il noto produttore di robot aspirapolvere ha contestualmente annunciato il licenziamento di circa 350 dipendenti.
Perdono i consumatori?
L’investimento iniziale di Amazon ammontava a 1,7 miliardi di dollari. La somma è stata successivamente ridotta a circa 1,4 miliardi di dollari, in quanto sono aumentati i debiti di iRobot (che ha chiesto un prestito di 200 milioni di dollari a Carlyle). La Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito ha approvato l’acquisizione a metà giugno 2023, mentre la Commissione europea ha ravvisato diverse criticità che potrebbero danneggiare la concorrenza.
La scadenza del procedimento antitrust era fissata per il prossimo 14 febbraio. Amazon ha probabilmente considerato irricevibili le richieste della Commissione e quindi, in accordo con iRobot, ha abbandonato il piano originario. L’azienda di Seattle dovrà ora pagare una penale di 94 milioni di dollari. La maggioranza di questa somma (75 milioni di dollari) verrà usata da iRobot per ripagare il prestito di Carlyle.
Nel comunicato stampa congiunto si possono leggere le critiche di Amazon nei confronti della Commissione europea. Secondo l’azienda di Seattle, la mancata acquisizione rappresenta un danno per l’innovazione e per la concorrenza, in quanto i consumatori non troveranno prezzi più bassi (iRobot non potrà competere contro le aziende di altri paesi che non sono soggette alle stesse regole antitrust).
Dovendo rinunciare ai soldi di Amazon, iRobot ha comunicato un piano di ristrutturazione aziendale che prevede un deciso taglio dei costi operativi attraverso la rinegoziazione dei contratti con i partner, la riduzione delle spese per ricerca e sviluppo, vendite e marketing, la chiusura di uffici, la sospensione di tutti i progetti non correlati alla pulizia dei pavimenti e il licenziamento di circa 350 dipendenti (il 31% della forza lavoro) entro il 30 marzo.
Aggiornamento (30/01/2024): la Commissione europea ha interrotto l’indagine antitrust.