Amazon, ritorno al prestito

Amazon, ritorno al prestito

Revocato il blocco delle API per il servizio di prestiti della startup Lendle. Che dovrà però eliminare una feature per la sincronizzazione tra account e testi Kindle. La startup è già al lavoro per slegarsi dal retailer
Revocato il blocco delle API per il servizio di prestiti della startup Lendle. Che dovrà però eliminare una feature per la sincronizzazione tra account e testi Kindle. La startup è già al lavoro per slegarsi dal retailer

Ad annunciarlo è stato un nuovo comunicato scritto dal cofondatore di Lendle Jeff Croft: il servizio di prestiti offerto dalla startup statunitense è stato sbloccato da Amazon, che ha dunque ripristinato l’accesso alle sue API . Un dietrofront che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a numerosi appassionati di libri in formato elettronico.

Un vento di protesta aveva infatti turbinato su Twitter, dopo il blocco ordinato dalla società di Jeff Bezos nei confronti delle API relative al servizio di prestiti fornito da Lendle. Che non si sarebbe rivelato più utile “allo scopo di sospingere la vendita di prodotti e servizi sulla piattaforma di distribuzione di Amazon”.

L’intera piattaforma era così precipitata nel vuoto, dal momento che i servizi offerti da Lendle – legati al prestito di testi tra possessori di Kindle – sono totalmente dipendenti da Amazon. Il retailer a stelle e strisce ha ora revocato il blocco, a patto che la startup elimini una specifica feature per la sincronizzazione tra i suoi account e i libri Kindle .

Lendle farà così a meno di un tool utile ma non essenziale, almeno nelle parole dello stesso Croft. La piattaforma di prestiti è subito tornata online, sulla scia degli interrogativi. Perché Amazon ha staccato la spina alle API senza alcun preavviso? Ma soprattutto perché si è parlato di vendite se il problema risiedeva in una violazione delle condizioni d’uso?

“Abbiamo imparato molto da questa situazione – ha spiegato Croft – e abbiamo capito che c’è bisogno di lavorare per la realizzazione di un prodotto che non dipenda totalmente dalle API fornite da Amazon o da terzi. A questo punto, abbiamo già iniziato a pensare alla prossima versione di Lendle”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 mar 2011
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