La crisi sanitaria che si sta vivendo a livello globale è stata avvertita anche da Amazon. Ne abbiamo scritto nelle scorse settimane, in relazione al caso Christian Smalls (e non solo) ben rappresentativo delle proteste scoppiate un po’ in tutto il mondo tra i dipendenti del gruppo impiegati nei centri di smistamento dei prodotti. Il gigante dell’e-commerce ha annunciato pochi giorni fa nuove iniziative per garantirne la sicurezza.
Amazon sta creando un laboratorio per i test
Un post sul blog ufficiale parla di oltre 150 cambiamenti apportati ai processi lavorativi che interessano sia il personale presente negli impianti di distribuzione sia quello dei negozi alimentari gestiti in alcune parti del mondo. Come anticipato all’inizio del mese, sono state distribuite mascherine ed è stato reso obbligatorio il controllo della temperatura prima di accedere alle strutture.
Il prossimo step è quello che mira a eseguire con regolarità test su ogni dipendente, così da poter consentire a chi è sano di svolgere la propria funzione, mentre a chi ha contratto la malattia (anche in forma asintomatica) di isolarsi per affrontare il percorso di guarigione. Una prospettiva che deve però fare i conti con un problema: l’attuale scarsità di tamponi e di altri metodi diagnostici.
Per questo motivo Amazon ha annunciato che un team interno formato da professionisti con diverse competenze (ricercatori scientifici, program manager, addetti all’approvvigionamento, ingegneri software ecc.) si sta dedicando a tempo pieno a un progetto che mira a creare un laboratorio in cui eseguire i test. Il gruppo di Seattle è ben consapevole che le difficoltà non mancheranno, soprattutto nel replicare l’iniziativa su scala globale. Una volta però studiato ed elaborato il modello potrebbe essere poi perfezionato e adottato da altre realtà, magari passando da un approccio aperto e condiviso.