Le risposte sono arrivate puntuali, offerte dai vertici di Amazon agli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF). Al centro delle critiche era finito il nuovo browser mobile Silk, lanciato dal retailer statunitense in dotazione con l’ultimo dispositivo Kindle Fire.
L’azienda di Jeff Bezos ha innanzitutto ribadito quanto spiegato agli stessi utenti: che Silk è sfruttabile come un browser ordinario disattivando la specifica modalità di navigazione split . In ogni caso, tutte le attività online processate attraverso il protocollo di sicurezza HTTPS non raggiungerebbero i server in the cloud di Amazon.
Il retailer statunitense ha inoltre cercato di rassicurare gli animi più preoccupati, in particolare per i possibili effetti nefasti di Silk sulla privacy degli utenti. Tutte le informazioni raccolte a mezzo browser verrebbero trattate in maniera anonima, dunque non riconducibili ad un determinato account Amazon .
Soddisfazione da parte dei rappresentanti di EFF, che hanno comunque sottolineato come gli indirizzi raccolti da Silk contengano informazioni utili all’identificazione dei navigatori . Così come certi contenuti memorizzati dagli stessi server della società di Jeff Bezos.
Il CEO ha già avuto tre settimane di tempo per rispondere ad una serie di cruciali interrogativi posti dai senatori Edward Markey e Joe Burton. I due congressmen avevano sottolineato come le nuvole di Amazon fossero pronte a trattenere le più svariate informazioni personali senza un esplicito consenso da parte degli utenti di Kindle Fire .
Mauro Vecchio