Quelli di AWS non sono gli unici servizi sospesi dall’azienda di Seattle. Amazon ha comunicato di aver interrotto la consegna dei prodotti ai clienti in Russia e Bielorussia. Inoltre è stato bloccato l’accesso a Prime Video e la vendita del gioco New World. Anche Netflix aveva annunciato pochi giorni fa la disattivazione dello streaming.
Amazon spegne Prime Video in Russia
A pochi giorni dall’inizio della guerra, Amazon aveva subito avviato una collaborazione con le organizzazioni non governative attraverso aiuti economici. L’azienda non ha dipendenti in Ucraina. A quelli che invece si trovano in Polonia sono stati forniti un supporto finanziario e permessi per consentirgli di prendersi cura dei familiari che sono in Ucraina.
Amazon ha inoltre fornito assistenza tecnica al governo e alle aziende ucraine per migliorare le protezioni contro i cyberattacchi russi e spostare le infrastrutture su AWS. L’azienda ha successivamente bloccato le nuove iscrizioni ai servizi cloud da parte di utenti che risiedono in Russia e Bielorussa per impedire che AWS possa essere utilizzato per “incitare, promuovere o incoraggiare la violenza, il terrorismo o altre gravi minacce“.
Le misure più recenti riguardano la piattaforma di e-commerce e il servizio di streaming. Amazon non accetta più rivenditori di terze parti russi e bielorussi. Inoltre ha sospeso l’accesso a Prime Video e la vendita di New World, l’unico gioco distribuito in Russia. L’azienda sottolinea infine che non ha nessun data center, infrastruttura o uffici in Russia e non è in affari con il governo.
Gli utenti italiani possono effettuare una donazione a due organizzazioni (Croce Rossa e Save The Children) tramite account Amazon o Amazon Pay.