Amazon ha rimosso alcuni romanzi erotici, aggiungendo di fatto agli argomenti proibiti dalla sua policy i racconti che contengano episodi incestuosi .
Amazon sembrerebbe insomma si stia dando da fare per controllare e selezionare la propria offerta: tanto che l’episodio di ormai più di un anno fa , la cancellazione di una copia di 1984 di Orwell dal Kindle di un giovane utente, sembra ora solo il presagio di un destino che si sta avverando.
L’esordio di Amazon nei panni dell’editore è stato infatti da allora segnato da episodi controversi, che hanno spinto importanti riflessioni sul ruolo della censura e del controllo sui contenuti nel futuro della Rete.
Più che l’episodio dei libri di Orwell, per cui Amzon parlava di mancanza di diritti d’autore da parte di chi li aveva caricati, a preoccupare sono state le ultime vicende: prima la rimozione di un libro con contenuti a sfondo pedofilo in seguito allo scalpore creato dalla sua apparizione, poi la meno diretta questione della cacciata di Wikileaks dai server di Amazon e che ha fatto parlare di preferenza dell’editore accordata alle questioni di “sicurezza nazionale” rispetto alla tutela del primo emendamento.
In tutti i casi, a far parlare è anche la possibilità tecnica (almeno nel primo caso utilizzata dall’azienda di Jeff Bezos) di rimozione dei contenuti incriminati non solo dagli scaffali dello store digitale, ma anche dai device degli utenti che li avevano legittimamente acquistati . Un’opportunità che un editore ordinario non potrebbe perseguire. Se non entrando in casa dell’acquirente e bruciando il volume ripudiato.
A finire stavolta nella ghigliottina editoriale di Amazon sono dei romanzi erotici, controversi in quanto conterrebbero anche atti di incesto .
Uno degli autori che hanno subito la cacciata, Selena Kitt (autopubblicatasi con gli strumenti messi a disposizione da Amazon), ha notato che altri autori di genere avevano subito la stessa sorte e ha ricevuto da Amazon la spiegazione secondo cui i contenuti dei suoi romanzi non rispettavano le linee guida stabilite dall’editore ,che parlano genericamente di contenuti offensivi.
A niente sarebbe valsa neanche la spiegazione delle sue ragioni : “Nei miei racconti non ci sono rapporti tra minori e non supporto l’incesto, così come coloro che scrivono libri con serial killer non giustificano l’omicidio”. Né la provocazione di un altro autore coinvolto nel caso, Will Belegon, che ha chiesto che Amazon, per coerenza, rimuovesse anche la Bibbia da Kindle (dal momento che il passo Genesi 19:30-38 parla di incesto), nonché – come sottoliea Kitt – il libro mostrato in alcune delle pubblicità dell’ereader (“Sleepwaliking” di Amy Bloom) che racconta di un diciannovenne che va a letto con la matrigna e che in alcuni stati è considerato allo stesso modo controverso.
Come nei casi precedenti, anche in questa occasione gli utenti che avevano in buona fede acquistato le opere ora ritenute non conformi alle linee guida dell’editore si sono visti cancellare le opere dai propri device e rifiutare il rimborso: tuttavia Amazon ha poi riferito di aver corretto il “problema tecnico” e che ora i libri possono di nuovo essere scaricati dai legittimi proprietari.
Claudio Tamburrino