Sunnyvale (USA) – Con l’intenzione di fronteggiare nuove ondate di chip contraffatti, AMD ha deciso di aggiungere ai processori Athlon un piccolo codice a barre identificativo.
Il codice è formato da una matrice di punti della dimensione di 3 x 3 millimetri in cui vengono codificate informazioni quali il numero di modello, la data di produzione e la frequenza di clock.
A differenza dei numeri identificativi che già si trovano stampati sulle proprie CPU, AMD afferma che il nuovo codice a barre è assai più difficile da falsificare e aiuterà fornitori e negozianti a distinguere in modo più affidabile i chip originali da quelli modificati.
Gli Athlon abusivamente rimarchiati provengono soprattutto dall’Asia, dalla Russia e da alcuni paesi dell’Europa dell’Est. Qui vengono overcloccati in alcuni laboratori e, dopo averne contraffatto l’etichetta stampata, vengono rivenduti come fossero chip più costosi e potenti: sebbene i margini di guadagno sui singoli processori siano bassissimi, la contraffazione di intere partite di chip può generare introiti consistenti .
Anche gli Stati Uniti non sono esenti dal problema: proprio poche settimane fa AMD ha avvisato i rivenditori della presenza sul mercato americano di modelli di Athlon XP 2800+ rimarchiati come 3000+.
I processori rimarchiati causano ai chipmaker un danno economico ma, soprattutto, d’immagine, perché spesso, proprio a causa del fatto che ne è stata elevata la frequenza di clock e il voltaggio, questi chip risultano instabili e meno longevi.