Dopo Intel è ora il turno di AMD comunicare agli azionisti e al pubblico le ultime performance finanziarie, e come già da alcuni mesi a questa parte si tratta di risultati con il segno più . Ryzen fa bene al business di Sunnyvale, mentre le disavventure di Intel con i superbug Meltdown e Spectre potrebbero migliorare ulteriormente una situazione tornata finalmente positiva per la corporation “alternativa” delle CPU in standard x86.
Per il quarto trimestre dell’anno fiscale 2017, AMD ha incamerato ricavi per $1,48 miliardi con un +34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; i ricavi operativi ammontano a $82 milioni, mentre i profitti netti sono stati $61 milioni contro la perdita di $51 milioni del 2016.
Dal punto di vista dei diversi business aziendali , la divisione Computing and Graphics di AMD ha portato ricavi per $958 milioni, con un incremento significativo del +60% anno-su-anno; le vendite di GPU Radeon e (soprattutto) di CPU della linea Ryzen vanno alla grande, e anche il prezzo di vendita medio dei singoli chip è cresciuto.
Il business Enterprise, Embedded, e Semi-Custom, poi, vale a dire in sostanza i chip per server e i SoC per le console videoludiche di ultima generazione (PS4, Xbox One), ha incamerato ricavi per $522 milioni (+3% anno-su-anno).
Positivi anche i risultati relativi all’interno anno fiscale, un periodo in cui AMD ha ottenuto ricavi per $5,33 miliardi (+25% anno-su-anno), ricavi operativi per $204 milioni (contro le perdite per $372 milioni del 2016) e profitti netti per $43 milioni, laddove nell’anno precedente l’azienda aveva registrato perdite per quasi mezzo miliardo di dollari.
AMD sottolinea come il 2017 abbia rappresentato un punto di svolta fondamentale nell’evoluzione del business, con la riformulazione del portafoglio prodotti – in particolare le CPU Ryzen di cui sopra – e un ritorno alla profittabilità che non si vedeva da troppo tempo. I chip AMD non sono coinvolti nel disastro del bug Meltdown, quindi è ipotizzabile un aumento delle vendite nel prossimo futuro nei mercati in cui la riduzione di prestazioni dei chip Intel potrebbe essere valutata come insostenibile.
Alfonso Maruccia