Non c’è pax che tenga nel settore microprocessori, GPU & affini: la megamulta comminata a Intel dalle autorità europee ha, se possibile, inasprito ulteriormente lo scontro tra i produttori che non si lasciano scappare occasione per minacciare, denunciare e gustarsi il sapore della vendetta puntando l’indice verso l’avversario. Colpevole, quest’ultimo, di ogni genere di turpe comportamento commerciale.
Ad AMD non è infatti bastato vincere su tutta la line la partita avviata presso la UE anni fa, e la società ha deciso di riaffermare anzi “gridare” il suo essere dalla parte della ragione con un sito web espressamente dedicato alla condanna antitrust di Intel. Di recente il mercato è stato generoso con Sunnyvale, ma questo ad AMD non basta: il chipmaker vuole prendersi la palma di “innovatore” tutta per sé, e ribadisce orgogliosa che Intel deve parte del suo successo a comportamenti giudicati scorretti dall’Europa.
“AMD è un indiscusso leader della tecnologia e dell’innovazione – si legge sul sito – Tuttavia il comportamento monopolistico, abusivo e illegale di Intel sta impedendo ad aziende e consumatori di scegliere liberamente tra prodotti AMD e Intel”, e poi via di citazioni dagli articoli dedicati al caso del Vecchio Continente.
La mossa non è esattamente una dimostrazione di fair play, né contribuisce direttamente a recuperare la leadership tecnologica attualmente attribuita alle piattaforme Core 2 e i7 di Intel. Ma nemmeno a Santa Clara usano il fioretto, e minacciano AMD di scatenare nuove battaglie legali in merito alla nascita della società di produzione Global Foundries .
Benjamin Williams, general manager di AMD per Asia e Pacifico, dice che in fondo l’ennesima minaccia di Intel non è un gran problema: “non se ne parla per niente e noi non ne siamo preoccupati” e la licenza di manifattura dei processori di classe x86 detenuta da AMD rimane valida anche per il nuovo assetto societario delle attività produttive.
Tanto più che, parlando di minacce, emerge che dopo aver vinto presso la Commissione Europea AMD potrebbe anche decidere di rigirare il dito nella piaga andando alla ricerca di danni pecuniari in sede civile, decisione in qualche modo comprensibile visto che del miliardo di euro della megamulta la società non ha visto né mai vedrà un solo centesimo.
NVIDIA, per conto suo, ribadisce che la “piovra” del monopolio di Intel esiste eccome per le CPU ma anche nel settore dei componenti discreti per l’accelerazione grafica e multimediale , un settore sempre più incandescente a causa dell’aumento del peso di mercato dei netbook e il conseguente scontro tra Atom (CPU prodotta da Intel) e Ion (il componente discreto realizzato da NVIDIA).
Secondo quanto sostiene il CEO di NVIDIA Jen-Hsun Huang, Intel vende i suoi microprocessori Atom a prezzi ultra-scontati (a quanto pare si parla di a 25 dollari a fronte di un costo a listino di 45) se acquistati in set da tre invece che singolarmente, un comportamento “piuttosto sleale” nell’ opinione di Huang ma che Intel difende come pratica di business legittima. Sulla questione NVIDIA dice di non avere intenzione di aprire contenziosi antitrust con il chipmaker. Almeno per ora .
Alfonso Maruccia