Advanced Micro Devices sembra aver trovato la proverbiale gallina dalle uova d’oro nella combinazione CPU/GPU nota come Accelerated Processing Units (APU). Grazie a questi processori con grafica integrata l’azienda è riuscita a rosicchiare quote di mercato occupate dalla rivale Intel: la nuova generazione, nome in codice Trinity , punta proprio in questa direzione.
Le nuove APU A-Series di seconda generazione offrono un rapporto performance-per-watt doppio rispetto alla precedente e un incremento delle prestazioni della CPU che può arrivare al 29 per cento. Il segreto sta nella seconda generazione dei core x86 della linea Bulldozer, rinominato Piledriver, che incorporano anche la terza generazione della tecnologia Turbo Core. In una CPU Trinity trovano spazio 1,3 miliardi di transistor (lo scorso anno Llano arrivava a 1,17), con un aumento di meno del 10 per cento della superficie complessiva del die (246mm 2 ). Il processo produttivo resta a 32 nanometri, quindi 1 salto indietro rispetto ai nuovi Ivy Bridge di Intel (che sono prodotti a 22nm).
I giudizi sull’evoluzione di Bulldozer in Piledriver sono confortanti per AMD: più efficienza elaborativa, minori consumi (grazie ad un approccio costruttivo meno assetato di energia e più attento alla pulizia del segnale), la nuova architettura sembra proprio il risultato di 1 anno di lavoro per sistemare i difetti e le ingenuità delle prime APU Llano. L’idea di fondo resta quella di sfruttare al meglio l’hardware presente evitando eccessive ridondanze (tra elaboratori di interi e in virgola mobile condivisi tra i diversi core), ma l’evoluzione del Turbo Core (che ora riguarda sia la CPU che la GPU) consente di spremere maggiormente i transistor e nel complesso una più oculata gestione degli stadi della CPU consente un miglioramento nel valore IPC ( Instructions Per Cycle ).
Anche la sezione grafica ha subito dei rimaneggiamenti, e AMD indica col brand Radeon HD 7000 la generica famiglia di appartenenza delle GPU integrate: il supporto alle DirectX 11 è completo, e Sunnyvale si spinge a dichiarare miglioramenti potenziali nell’ordine del 50 per cento rispetto a Llano. Nel complesso, AMD ha adottato un approccio meno estremo di quanto avrebbe potuto per la grafica, tentando di mantenere un buon compromesso tra qualità e quantità, soprattutto nell’ottica di garantire consumi contenuti. Molta attenzione è stata posta anche nel migliorare la collaborazione tra CPU e GPU: lavorando a braccetto i core mettono assieme un totale di 700 gigaflop al servizio delle applicazioni compatibili. Una cifra più che interessante per un processore x86.
Sul piano del controller di memoria, Trinity mantiene inalterato l’approccio doppio a 64bit di Bulldozer: la tensione di esercizio è fissata a 1,25V, con una configurazione di riferimento DDR3-1866 nei processori desktop, DDR3-1600 nei notebook.
Un occhio di riguardo viene riservato all’utilizzo del PC in mobilità. A quanto pare, le nuove A-Series riducono sensibilmente i consumi rispetto alle APU attuali, riuscendo a spingere più in alto l’asticella dell’autonomia dei notebook. La funzione AMD Start Now gestisce invece lo standby massimizzando la reattività del sistema. Ingredienti perfetti per i super-portatili da contrapporre agli Ultrabook Intel.
La prima tornata di APU Trinity sarà capitanata dalla A10-4600M : si tratta del prodotto di punta, quad-core con frequenza base di 2,3GHz in grado di spingersi fino a 3,2, 384 core Radeon nella sezione GPU, 4MB di cache L2 e un consumo di appena 35W (TDP). Seguono ovviamente i modelli A8-4500M e A6-4400M, che abbassano il numero di core Radeon e le frequenze di esercizio, pur mantenendo inalterato il consumo di energia. Ci sono poi anche due modelli Low Voltage , A10-4655M e A6-4455M, che con soli 25 e 17W di TDP potrebbero regalare prestazioni interesanti ai notebook che decidano di incorporarli (al prezzo di qualche MHz in meno della CPU e della GPU).
Nel complesso, i primi giudizi sulla piattaforma Trinity oscillano: lodi vengono riservate all’efficienza energetica e al comparto grafico dell’APU, entrambi in grado di garantire prestazioni pari o superiori alle controparti Intel. Ancora una volta, è la potenza di calcolo della CPU a destare qualche perplessità: in parte il “ritardo” rispetto ai Core i5 e i7 si giustifica con la decisione di consumare meno energia, e sta al singolo acquirente decidere se privilegiare la prestazione assoluta o l’equilibrio e dunque l’autonomia della macchina nella sua scelta. AMD potrebbe insomma dire la sua soprattutto nella fascia più economica del mercato, quella che propone laptop privi di scheda grafica discreta.
Roberto Pulito