L’era post-PC è andata e venuta nello spazio di poche stagioni ma AMD non riesce a monetizzare il rinnovato interesse del mercato per i dispositivi informatici, anzi, i conti della corporation peggiorano e l’azienda già si prepara a una nuova sforbiciata alla forza lavoro.
I risultati record del colosso dei processori x86 (Intel) sono lontani, e per quel che concerne il terzo trimestre dell’anno AMD ha incamerato ricavi complessivi per 1,43 miliardi di dollari con un calo del 2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
La divisione Computing and Graphics , vale a dire il business delle CPU, APU e GPU per il mercato consumer, ha registrato un declino anno su anno del 16 per cento (781 milioni) mentre la divisione Enterprise, Embedded and Semi-Custom (processori per server e sistemi integrati, SoC semi-custom e per console di videogiochi) è salita del 21 per cento fino a 648 milioni di dollari.
Se i ricavi calano, i profitti netti crollano ad appena 20 milioni di dollari: un risultato, questo, migliore rispetto al trimestre precedente ma pari a un -35% per cento rispetto all’anno scorso. Gli analisti non sono contenti , e per il quarto trimestre AMD prevede ora un ulteriore calo dei ricavi tra il 10 per cento e il 16 per cento.
Come se ne esce? Lisa Su, l’ingegnere che ha preso il posto del vecchio CEO con salario ridotto , ha deciso prima di tutti di usare l’ascia sui lavoratori programmando licenziamenti per 710 impiegati in tutto il mondo (il 7 per cento della forza lavoro totale dell’azienda). L’operazione avrà un costo una tantum di 57 milioni di dollari.
Alfonso Maruccia