AMD: la velocità dei chip non è tutto

AMD: la velocità dei chip non è tutto

Quasi a minimizzare il ritardo maturato, AMD afferma che le gare di velocità non servono: la tecnologia deve tornare al servizio dell'uomo e la performance delle CPU non sta nel clock. Ahia! E ora chi lo dice ad Intel?
Quasi a minimizzare il ritardo maturato, AMD afferma che le gare di velocità non servono: la tecnologia deve tornare al servizio dell'uomo e la performance delle CPU non sta nel clock. Ahia! E ora chi lo dice ad Intel?


Las Vegas (USA) – Gli analisti sembrano concordi sul fatto che, nella guerra dei processori per PC, Intel abbia riguadagnato un certo margine di vantaggio sulla propria rivale: testimonianza ne sarebbe il rilascio di quello che viene considerato il chip attualmente più veloce sul mercato, il Pentium 4 a 3 GHz con tecnologia Hyper Threading. La risposta di AMD, ovvero l’Athlon XP 3000+, potrebbe arrivare non prima del prossimo anno, mentre al momento il modello più veloce di Athlon, il 2800+, è disponibile soltanto in quantità assai limitate.

In attesa di contrattaccare con il rilascio, la prossima primavera, dei primi esemplari di Athlon 64 e di Opteron, AMD sembra voler offrire all’industria e agli utenti una nuova chiave di lettura della guerra dei chip in atto. Una mossa importante nella estenuante partita a scacchi che l’azienda gioca in primis contro Intel.

In un discorso d’apertura tenuto al Comdex, il presidente e CEO del chipmaker di Sunnyvale Hector Ruiz ha lanciato, pur fra le righe, un chiaro messaggio: quella fra AMD e Intel non dev’essere interpretata come una gara di velocità giocata sul labile e ingannevole filo dei megahertz, ma una sfida a chi riesce a dare agli utenti il prodotto che, al prezzo più conveniente, soddisfi meglio le loro esigenze.

Ruiz ha affermato che l’industria deve focalizzarsi sulle necessità dell’utenza piuttosto che cedere alla tentazione di creare “tecnologia fine a sé stessa”. Una frase che può essere liberamente interpretata come un’accusa alla rivale, già in passato all’indice di AMD per motivi analoghi.

“Vi esorto – ha detto il boss di AMD rivolgendosi alla platea tecnologica del Comdex – a chiedere alle aziende da cui oggi vi servite di iniziare a sviluppare tecnologia che non risponda più unicamente ai loro fini, ma che si presti a svolgere ciò che voi state effettivamente tentando di fare”.

AMD è convinta che creare chip sempre più piccoli, economici e veloci non possa più essere l’obiettivo alla base di un’efficace strategia per il futuro. Un’affermazione di comodo? A questa domanda potrebbe forse dare una prima risposta la battaglia che, a partire dal prossimo anno, i processori a 32/64 bit di AMD ingaggeranno con i chip a 64 bit di Intel: una sfida dove i megahertz diverranno un termine di paragone più che mai incerto e la velocità assoluta un aspetto probabilmente meno influente nelle scelte degli utenti.

Ruiz ha poi sottolineato la volontà di AMD di diversificare sempre più il proprio business legato ai processori: un primo passo verso questa strategia è stata l’ acquisizione , all’inizio dell’anno, di Alchemy Semiconductor, e la conseguente inaugurazione della Personal Connectivity Solutions, una divisione che ha già sfornato chippetti per dispositivi wireless come i PDA e la nuova generazione di telefoni cellulari.

E’ questa una strategia che Intel ha messo in atto già da tempo e che, per entrambi i chipmaker, ha l’obiettivo di superare la crisi che attualmente attanaglia il mercato dei PC e mettere radici in terreni molto più fertili e promettenti come quello dei dispositivi wireless e delle net appliance.

Ruiz si è comunque detto fiducioso che il mercato dei PC tornerà presto a crescere grazie soprattutto alla lenta evoluzione che sta trasformando il personal computer nel fulcro della casa digitale.

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Pubblicato il
25 nov 2002
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