Lo storico marchio Amiga è di nuovo proprietà di Commodore. Perlomeno di Commodore USA , società a cui ancora mancano i diritti di sfruttamento del marchio “Commodore” – attualmente in gestione a Commodore International – ma che già si dice proprietaria del nome e i relativi diritti del computer “mitologico” per eccellenza. Ed è seriamente intenzionata a farlo rivivere sotto nuove spoglie .
Difficile dare il senso della storia di Amiga in poche righe: commercializzato a partire dal 1985, il computer che verrà in seguito ricordato come “Amiga 1000” poteva vantare capacità hardware e software fuori dal comune grazie al sistema operativo e alla sua struttura basata su componenti altamente specializzati, capaci di gestire audio, video e accesso diretto alla memoria in maniera indipendente dal processore centrale.
La storia di Amiga – il computer originale della Commodore originale più le successive iterazioni basate su hardware più recente – ha già compiuto 25 anni , ma Commodore USA dice di pensare soprattutto al futuro: annunciando l’acquisizione dei diritti di sfruttamento sul marchio, la società si dice pronta a lanciare una nuova linea di macchine Amiga moderne , con un cuore hardware al passo coi tempi e soprattutto la piena compatibilità con il sistema operativo AROS , l’OS open source erede dell’AmigaOS originale.
Nell’annunciare la nuova linea “keyboard computer” Amiga chiamata AIO (“All In One”), Commodore USA dice di voler “supportare pienamente” gli sforzi della community riunitasi attorno ad AROS con l’ elargizione di fondi che permetteranno al progetto di “evolversi rapidamente e prendere il posto che merita alla guida dei sistemi operativi per desktop”.
“Non vediamo l’ora di portare sul mercato questi nuovi prodotti – dicono da Commodore USA – e dare il benvenuto un’intera nuova generazione di utenti di computer all’esperienza Commodore e Amiga”. Nessuna informazione è attualmente disponibile su quello che nella storia di Amiga conta di più, vale a dire l’hardware su cui i computer Amiga AIO saranno basati .
Alfonso Maruccia