La startup 23andMe riceve campioni di saliva dai suoi clienti, li manda ad analizzare in laboratori associati e posta negli account online degli utenti i risultati: solo che in questi passaggi qualcosa stavolta è andato storto , e 96 risultati dei test sono stati mandati agli utenti sbagliati.
La startup effettua analisi medici per effettuare test del DNA per stabilire gradi di parentela oppure per fini medici. I prezzi si aggirano intorno ai 400 dollari e rappreseno un’alternativa informatica al sistema nazionale sanitario. I concorrenti in questo senso non mancano, ma 23andMe gode del privilegio della visibilità offerta dalla parentela del suo fondatore Anne Wojcicki, moglie di quel Sergey Brin di Google (che è tra i finanziatori della startup).
23andMe non è neanche il primo caso di un errore , che rischia di comprometterne l’affidabilità generale di un settore che è già di difficile accettazione per il grande pubblico: deCODEme , una delle prime ad esordire nel settore, è stata nei mesi scorsi protagonista di un errore, sembrerebbe, causato da un software difettoso .
Nel caso di 23andMe, invece, sembrerebbe essere saltato qualche passaggio di controllo dei risultati, che non hanno colto i segni (evidenti anche già a primo acchito per alcuni utenti) di incongruenze. “Riconosciamo la gravità della situazione”, si legge in un post della startup che cerca ora di spiegare ai suoi clienti che quanto successo non si ripeterà più e che in California stanno avviando tutte le procedure necessarie a capire precisamente cosa sia andato storto .
L’unica cosa certa, per il momento, è che “96 nuovi clienti potrebbero aver ricevuto dati che non erano i loro”. Una volta venuti a conoscenza degli scambi, 23andMe ha provveduto a individuare gli utenti coinvolti rimuovendo i risultati errati dai loro account (che raccolgono online tutte le loro analisi). L’azienda conta ora di effettuare una rielaborazione dei campioni scambiati per fornire le analisi esatte entro la prossima settimana .
Entro qualche settimana, poi, il management spera di condurre a termine le investigazioni che serviranno a spiegare meglio l’origine dell’errore. Nel frattempo, in ogni caso, i gestori starebbero provvedendo a inserire ulteriori procedure di sicurezza per evitare che si ripetano questi tipi di incidenti.
Claudio Tamburrino