All’elenco di aziende (Vivaldi, Brave, DuckDuckGo, GitHub) che hanno deciso di boicottare il tracciamento tramite la tecnologia FLoC sviluppata da Google si aggiunge anche Amazon. La scelta del gigante dell’e-commerce sarebbe però dovuta a motivazioni diverse.
Amazon vuole proteggere i dati sugli acquisti
Quasi due anni fa, Google ha annunciato l’iniziativa Privacy Sandbox con l’obiettivo di eliminare da Chrome il supporto per i cookie di terze parti e sostituirli con tecnologie di tracciamento più rispettose per la privacy degli utenti. Una di esse, attualmente in test, si chiama FLoC (Federated Learning of Cohorts) e prevede la creazione di gruppi di persone con interessi comuni.
Ad ogni gruppo viene assegnato un identificatore che permette di visualizzare determinate inserzioni pubblicitarie quando un utente del gruppo visita lo stesso sito (non avviene quindi il tracciamento cross-site del singolo utente). La decisione di Google ha tuttavia innescato diverse proteste e l’avvio di indagini antitrust. Alcune aziende hanno comunicato l’intenzione di boicottare la tecnologia FLoC e ora si unisce anche Amazon.
Nel codice HTML di alcuni siti di proprietà Amazon, tra cui Amazon.com, WholeFoods.com e Zappos.com, è presente la funzione che disattiva il tracciamento, quindi Google non può ricevere i dati relativi alle attività dei visitatori e includerli nella “coorte”. L’intenzione di Amazon è quella di proteggere i preziosi dati che mostrano quali prodotti vengono cercati, acquistati e recensiti sui siti di e-commerce.
Ma l’azienda di Seattle ha anche un’altra motivazione, in quanto prevede di utilizzare un identificatore per il monitoraggio delle inserzioni pubblicitarie vendute tramite la sua DSP (Demand-Side Platform). La scelta non sarebbe quindi dovuta al rispetto della privacy, ma a questioni legate alla concorrenza.