Quello appena concluso è stato un trimestre difficile per tutto il settore informatico, e il sentore di queste difficoltà era bene presente anche tre mesi fa, quando la stessa Apple fece previsioni molto caute presentando i risultati del secondo trimestre fiscale del 2013 (che già aveva visto calare gli utili nonostate i record di vendite e di fatturato).
Con queste premesse i dati di Apple erano attesi con un certo timore , nonostante i dati di Verizon dimostrassero un incremento nel numero di attivazioni di iPhone (dispositivo che ormai rappresenta più della metà del fatturato della Mela), tanto che il titolo AAPL in borsa si è mantenuto intorno ai 425 dollari durante tutta la settimana precedente agli annunci.
A complicare la situazione di Apple, il fatto che da Cupertino non arrivano nuovi prodotti da ormai molto tempo : nonostante i numerosi annunci della WWDC , se si escludono gli aggiornamenti della linea di portatili e il recente aggiornamento degli Air (che consente ad Apple di dominare questo particolare segmento di mercato), Apple è vicina a concludere un intero anno senza aver rilasciato nessun nuovo prodotto.
Ma arriviamo ai dati veri e propri. Quelli presentati da Apple ieri sera sono per certi versi lo specchio di quanto detto sopra, e la loro analisi (prima di giungere alle cifre totali) si può dividere in quattro punti principali.
I Mac, i computer di Apple, segnano un calo del 5 percento rispetto al trimestre precedente (del 7 percento rispetto allo scorso anno); considerando l’attesa del nuovo Mac Pro e i distanti aggiornamenti di iMac e MacMini si può dire che abbiano ben tenuto la crisi a cui abbiamo accennato sopra, crisi che vede un calo del 10-11 percento rispetto ai volumi del 2012. Purtroppo non sono disponibili i dati separati per desktop e portatili, ma non è difficile immaginare quale sia stato il trend di queste due categorie di macchine.
L’iPad, dopo la grande corsa degli ultimi trimestri, subisce una battuta di arresto significativa, con un calo sequenziale del 25 percento rispetto al trimestre precedente (limitato al 17 per cento rispetto al 2012). Visto che il mercato delle tavolette sembra essere in continua crescita, questo calo significa che Android sta guadagnando terreno, anche se Apple deve ancora giocare la carte dell’iPad mini Retina (mentre pare siano allo studio modelli più piccoli, da 6 pollici, e più grossi, da 13 pollici).
iPhone rappresenta la vera sorpresa del trimestre. Come preannunciato dai dati di Verizon citati sopra, e contrariamente a quello che ci si aspetterebbe in vista del lancio dell’iPhone 5S e (soprattutto) dell’iPhone in plastica colorata, il melafonino rappresenta uno dei pochi segni positivi di questo trimestre. Con una crescita del 20 percento su base annua e con 31 milioni di unità vendute rappresenta più della metà del fatturato di Apple. Il calo sequenziale del 17 percento non spaventa, anche perché storicamente fisiologico nel trimestre che precede l’arrivo dei nuovi modelli: l’anno scorso il calo era stato del 26 percento.
Infine, l’altra voce fortemente positiva di questo timestre è quella di iTunes, del software e dei servizi, voce che con quasi 4 miliardi di dollari (più 25 percento rispetto al 2012) raggiunge una quota consistente del fatturato totale di Apple. Complessivamente, questo fatturato è stato di 35,3 miliardi di dollari, con un utile netto di 6,9 miliardi (pari a 7,47 dollari per azione diluita). Il confronto mostra un risultato sostanzialmente identico (più 1 percento) rispetto allo scorso anno, anche se il calo è del 19 percento rispetto al trimestre precedente, e anche gli utili sono in calo del 21 percento (con un margine operativo lordo che è sceso dal 43 al 37 percento). Storicamente questo è sempre stato un trimestre difficile: anche l’anno scorso c’era un calo consistente rispetto al trimestre precedente, ma quest’anno la situazione negativa è amplificata per tutti i motivi visti sopra. Nonostante ciò, e nonostante una chiusura negativa del 1,72 per cento, a seguito dell’annuncio dei risultati, il titolo è crescito nell’After Hours del 3,5 raggiungendo (nel momento in cui scriviamo) i 434 dollari. Questo, a mio avviso significa una sola cosa: che gli investitori hanno apprezzato la tenuta di Apple in questo trimestre difficile e hanno fiducia nei prodotti che verranno presentati nel corso dell’autunno.
Il mercato del PC tradizionali sembra avviato verso un declino inesorabile, a tutto vantaggio dei dispositivi mobile e con buona pace di chi non credeva in questo possibile scenario . Questo non significa che il computer tradizionale sparirà: ci sono alcuni compiti per cui, allo stato attuale delle cose, il suo utilizzo è imprescindibile, ma il suo futuro sarà fortemente da ridimensionare.
Tornando a parlare di trimestri difficili, tutti i dati presentati la scorsa settimana ( Microsoft , Google, e Nokia ) presentavano, chi per un aspetto chi per un altro, delle incognite sul futuro o dei numeri che non hanno soddisfatto appieno gli analisti .
I dati in questione sono in parte contrastanti, visto che Nokia si tiene a galla grazie agli smartphone della serie Lumia, mente i problemi di Google nascono proprio dalle difficoltà di Motorola Mobility (fortemente in perdita) e da difficoltà di realizzo con la pubblicità sui dispositivi mobile . La stessa Microsoft, nonostante il boom delle vendite di tablet, soffre proprio sulle vendite di Surface RT , ma intuendo dove tira il vento dei prossimi anni si lancia in una campagna pubblicitaria aggressiva nei confronti dell’iPad.
Ma cosa ci aspetta in realtà nei prossimi mesi? Lasciando perdere le canoniche indiscrezioni su televisori e dispositivi indossabili (anche se va segnalato che Apple sta registrando il marchio iWatch in mezzo mondo, mentre i Google Glass continuano a suscitare perlessità sotto molti fronti ) non è un mistero che siano in arrivo nuovi iPad e nuovi iPhone. L’ iPhone in policarbonato è sicuramente uno dei punti nodali del futuro di Cupertino ma, a dispetto del calo del mercato dei PC, Apple sta aprendo un nuovo fronte di sfida con il nuovo Mac Pro , sia dal punto di vista dell’ingegnerizzazione, che da quello della produzione realizzata interamente negli USA.
Tralasciando quest’ultimo aspetto, la sfida tecnologica introdotta da Apple (cioé quella di delegare a Thunderbolt ogni possibile idea di espandibilità) è una scelta che è stata oggetto di molte discussioni tra gli utenti Mac, e che va controcorrente rispetto alla scelta di altri produttori . Si tratta di una macchina che, per vari motivi, se dovesse uscire al giusto prezzo, potrebbe raggiungere un target ben più ampio di quello dei precedenti Mac Pro, e forse è anche per questo che gli analisti sono ottimisti per quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi, anche se Apple si mantiene cauta prevedendo un fatturato fra i 34 e i 37 miliardi di dollari, con margine lordo compreso tra il 36 e il 37 percento, dati sostanzialmente in linea (o di poco superiori) a quelli ottenuti lo scorso anno.
Domenico Galimberti
blog puce72
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