Dopo aver introdotto la possibilità di fare ricerche online a prova di spam e contenuti non pertinenti, Blekko fa ora un ulteriore passo in avanti contro la iattura delle content farm e delle pagine web messe in piedi con il solo scopo di scalare i ranking nei motori di ricerca. La piccola startup del search “curato” dagli utenti ha infatti deciso di mettere definitivamente al bando i maggiori network dediti alla produzione di contenuti di bassa qualità a scopo esclusivamente pubblicitario.
Blekko, che già offre la possibilità di circoscrivere le proprie ricerche attraverso l’uso dei cosiddetti “slashtag”, ha cominciato a filtrare automaticamente i domini appartenenti a quelli che vengono definiti “spam offender” come Demand Media (eHow, Answerbag), encyclopedia.com , chacha.com , 123people.com , networkedblogs.com e altri.
La novità anti-spam del motore di ricerca “alternativo” (e disponibile anche in versione mobile ) rappresenta una ulteriore accelerazione nella guerra recentemente acuitasi tra network pubblicitari e servizi di ricerca online , una guerra che anche Google dice di voler combattere mettendosi dalla parte degli utenti contro chi spaccia spazzatura per vendere inserzioni pubblicitarie.
Ma i primi risultati delle modifiche che Mountain View ha detto di voler apportare agli algoritmi di selezione del ranking non sono esattamente incoraggianti, visto che – come Google stessa conferma – la percentuale di query interessate ammonterebbe ad appena lo 0,5 per cento del totale. L’obiettivo, dicono da Mountain View, resta quello di far trovare agli utenti “i siti che hanno prodotto i contenuti originali piuttosto che un sito che ha raccolto o copiato da essi”.
Alfonso Maruccia