Anche chi odia l'arte generata dall'AI in realtà la preferisce

Anche chi odia l'arte generata dall'AI in realtà la preferisce

Un test alla cieca dimostra che anche chi è critico verso l'arte generata dall'IA finisce per apprezzarla, scambiandola per umana nel 40% dei casi.
Anche chi odia l'arte generata dall'AI in realtà la preferisce
Un test alla cieca dimostra che anche chi è critico verso l'arte generata dall'IA finisce per apprezzarla, scambiandola per umana nel 40% dei casi.

Facile fare gli schifiltosi sull’arte creata dall’intelligenza artificiale. In fondo, non sembra spesso un ammasso di immagini senza senso? Eppure la realtà è più complessa. A un occhio non allenato, le illustrazioni generate dall’AI non solo sono più che accettabili, ma in certi casi sembrano rivaleggiare con i grandi maestri.

Sorpresa: anche chi dice di odiare l’arte generata dall’AI in realtà la preferisce, secondo un test alla cieca

È quanto emerge da un recente test alla cieca condotto dal blog Astral Star Codex. Su 11.000 partecipanti, il 40% non è riuscito a capire se le immagini fossero opera di un artista in carne e ossa o di un algoritmo. Ma il dato forse più eclatante è che, nel complesso, i partecipanti hanno leggermente preferito le creazioni dell’AI a quelle umane. Sei delle dieci opere più apprezzate erano frutto dell’intelligenza artificiale, comprese le prime due in assoluto.

Questa preferenza si è manifestata anche tra chi aveva dichiarato una profonda antipatia per l’arte generata dall’AI. Segno delle capacità sconcertanti di questa tecnologia. Sia chiaro, non è stato un test scientifico in senso stretto. Ma con 11.000 partecipanti, i numeri sono abbastanza interessanti.

Un test impegnativo tra impressionismo, arte digitale e imitazioni dell’AI

Attraverso un sondaggio online, agli utenti è stato chiesto di esaminare cinquanta immagini senza didascalie o informazioni, e di indovinare se fossero opera di un umano o di un’AI. La selezione spaziava da dipinti classici e impressionisti ad arte digitale contemporanea, con “falsi d’autore” creati dall’intelligenza artificiale per ognuna di queste categorie.

Per rendere il test impegnativo, le immagini artificiali scelte non presentavano errori grossolani come mani storpie o scritte senza senso (troppo facile, così!). Anzi, erano spesso opera di esperti in prompt engineering.

Certo, alcune immagini erano palesemente artificiali, come quella di una ragazza anime o la stravagante raffigurazione di gatti giganti in una sala del trono. Altre però, come una scena notturna quasi impressionista, erano molto più difficili da decifrare.

Una lettura interessante viene da un’artista esperta che ha partecipato alla sfida, dimostrando un notevole fiuto nel distinguere la mano umana da quella della macchina. Un grande indizio, ha spiegato ad Astral, è che i dettagli nei quadri umani “hanno una logica“, mentre quelli dell’AI sono solo “superficialmente dettagliati“.

L’arte artificiale come un dessert proteico: riempie, ma non soddisfa…

Secondo lei, l’arte generata dall’AI è come provare a sostituire il cibo con un dessert proteico gustoso e nutriente, ma a buon mercato. Certo, ti sazia e accontenta le papille gustative. Ma “immagina che qualcuno dica che questo è il futuro del cibo e che gli chef sono obsoleti“, ha scritto. Probabilmente ti farebbe impazzire, soprattutto se sei una buona forchetta!

Il test dimostra che la maggior parte di noi non ha un occhio così raffinato da distinguere il tocco umano da un’abile imitazione artificiale. D’altronde, i modelli AI sono addestrati proprio per scimmiottare le opere esistenti, selezionando e fondendo gli aspetti più gradevoli.

Fonte: Futurism
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
28 nov 2024
Link copiato negli appunti