Anche gli elefanti messaggiano

Anche gli elefanti messaggiano

La tecnologia può essere usata in mille modi: in Africa i cellulari sono polivalenti, permettendo di tracciare gli spostamenti di elefanti. Il tutto per garantire la sicurezza di tutti
La tecnologia può essere usata in mille modi: in Africa i cellulari sono polivalenti, permettendo di tracciare gli spostamenti di elefanti. Il tutto per garantire la sicurezza di tutti

Roma – Un SMS inviato automaticamente per avvertire le guardie che un grosso elefante ha valicato la zona di confine tra la riserva e la zona abitata: è questa la strategia ideata dalle menti dell’ente Save the Elephants per evitare che il contatto tra uomini ed elefanti porti a conseguenze spiacevoli. Succede in Kenya, nella riserva di Ol Pejeta: le cronache riportano numerosi incidenti dovuti ad elefanti in cerca di cibo facile nei campi coltivati dagli uomini, eventi che spesso hanno conseguenze gravi. Il sistema adottato pare funzionare e potrebbe estendersi ad altri esemplari.

foto di jsarcadia Il tutto è possibile grazie ad una serie di rilevatori GPS e ad uno speciale collare in cui è inserita una SIM: quando il grosso mammifero si avvicina troppo alla zona off limits, un SMS parte in automatico e avvisa i ranger in servizio che arrivano con le jeep per spaventare l’elefante e costringerlo alla resa. Il sistema permette inoltre di controllare gli spostamenti dei pachidermi utilizzando Google Earth, avendo così a disposizione un occhio in più per studiarne le abitudini, notare i cambiamenti, elaborare dati sui posti preferiti e, non ultimo, controllare l’attività illegale dei bracconieri.

Il tutto per proteggere una delle razze più a rischio di estinzione: negli ultimi tempi le guardie sono state costrette ad abbattere molti animali col vizio di far visita ai villaggi. Kimani, questo il nome dell’elefante-tester, non è riuscito a trattenersi dall’andare a razziare i campi e i villaggi: da quando la sperimentazione ha avuto inizio l’animale è stato intercettato ben 15 volte. La necessità di trovare una soluzione alternativa ha dato vita al progetto, unico nel suo genere, intitolato Save the Elephants : la speranza è quella di far cambiare le abitudini del colosso. Stando ad alcuni scienziati, il sistema di apprendimento di questi mammiferi si svilupperebbe anche in funzione a quanto appreso dalla comunità: in teoria, basterebbe educarne uno per condizionare le abitudini di molti.

Va comunque detto che nonostante il successo della sperimentazione con Kimani, il progetto ha incontrato alcuni problemi tecnici: “Per il momento ci sono solo due rilevatori geosatellitari in tutto il Kenya” ha dichiarato Iain Douglas-Hamilton, fondatore di Save the Elephants. “Le batterie dei collari si esauriscono nel giro di pochi anni e spesso le comunità dei villaggi non sono favorevoli a collaborare, poiché convinte che finanziare l’applicazione di un collare per un elefante della zona significhi assumersi le responsabilità dei danni causati. Inoltre si tratta di un lavoro faticoso che tiene impegnati notte e giorno numerosi uomini, poiché quando il fatidico SMS arriva bisogna essere subito operativi”. Nonostante ciò, se corroborato e ampliato il sistema potrebbe essere la carta vincente per salvaguardare sia gli umani che gli elefanti.

Ancora una volta l’Africa dimostra di saper sopperire a certe mancanze utilizzando al meglio la tecnologia di base già disponibile. Mentre nei paesi ricchi avere il cellulare si dà per scontato, in alcuni paesi africani vengono ampliati sempre di più i suoi possibili impieghi: basti pensare al sistema messo su qualche anno fa in Uganda che consente di utilizzare il cellulare come una sorta di bancomat , o al codice che permette di comunicare in maniera alternativa con utilizzando semplici squilli .

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
13 ott 2008
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