Anche i robot sono fallibili

Anche i robot sono fallibili

Falliscono per dimostrare il funzionamento della percezione umana e il motivo per cui percepiamo illusioni ottiche: anche i robot imparano a vedere sulla base dell'esperienza
Falliscono per dimostrare il funzionamento della percezione umana e il motivo per cui percepiamo illusioni ottiche: anche i robot imparano a vedere sulla base dell'esperienza

Roma – Una rete neurale virtuale che emula i meccanismi della percezione si scontra con immagini ambigue ed inusuali esattamente come ci si scontra il cervello umano: si inganna riguardo a colori e luminosità, viene confusa da luce ed ombra. Appurata la fallibilità dei robot, segnala Roland Piquepaille, i ricercatori dello University College di Londra ( ACL ) hanno per la prima volta dimostrato un concetto noto: la visione è fondata sull’esperienza passata, l’ illusione non è che un prodotto di stimoli che si discostano dagli stimoli ordinari, che la mente interpreta erroneamente sulla base dell’esperienza.

Illusione ottica (Elaborazione da Beau Lotto) Il modello di robot virtuale sviluppato dagli oftalmologi dell’ACL, si spiega nell’ articolo pubblicato su PLoS Computational Biology , differisce dalle precedenti simulazioni della vista umana, basate sulla riproduzione della fisiologia degli esseri viventi. Il robot virtuale simula piuttosto il modello con il quale il cervello processa gli stimoli offerti dall’ambiente, come impara a risolvere le ambiguità percettive, la maniera in cui, per prove ed errori, impara ad interpretarle .

Una volta sviluppato il modello, si è provveduto ad addestrarlo : come fosse un bambino, chiosa New Scientist , si è sottoposto il programma all’analisi di diecimila immagini tridimensionali in scala di grigio, raffiguranti una sovrapposizione di dischi che può essere pensata come un tappeto autunnale di foglie cadute, illuminato da diverse prospettive. L’algoritmo è incorso in errori nel valutare le caratteristiche e la disposizione delle superfici sovrapposte ma, con l’apprendimento, gli errori hanno ceduto il posto ad interpretazioni sempre più corrette, capaci di avvicinarsi alla realtà degli scenari riprodotti.

L'illusione di White Si sono inoltre sottoposte all’analisi dell’algoritmo delle immagini illusorie: il robot virtuale si è lasciato trarre in inganno dal contesto nella valutazione della tonalità di un colore. Al pari di quanto avviene per l’uomo, al cospetto dell’illusione di White, immagini scure su fondo chiaro vengono percepite come fossero più scure, mentre viene sovrastimata la luminosità di immagini chiare su fondo scuro.

Ci sono utenti di Slashdot che sembrano sorpresi dal risultato della ricerca, ed invocano l’avvento di robot infallibili, non affetti dalle stesse imperfezioni che caratterizzano l’uomo. Il progetto dell’University College va quindi letto come un fallimento? Niente affatto, spiega Beau Lotto, a capo del progetto: osservando il fallimento della macchina virtuale che riproduce il modello con il quale l’uomo processa gli stimoli, si è dimostrato per la prima volta che gli esseri viventi incappano in illusioni ottiche perché la loro mente visuale lavora basandosi sulle statistiche delle esperienze accumulate. Esperienze accumulate non per affinare una vista accurata che percepisca il mondo per come è realmente, ma per far evolvere un sistema visuale “economico” , capace di estrarre dagli stimoli solo le informazioni utili.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
2 ott 2007
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