Recensire un prodotto dopo pochi giorni di utilizzo non è mai un’impresa facile, soprattutto se si tratta di qualcosa il cui utilizzo è diventato talmente abituale da indurre a non notare quei piccoli dettagli che spesso fanno la differenza. Il rischio è quello di limitarsi a descrivere il prodotto in modo sommario, oppure entrare nel vortice dei benchmark con numeri che non esprimono l’effettiva esperienza d’uso del dispositivi stesso. Al di là del consueto incremento di potenza offerto dall’aggiornamento del processore , se con iPhone 5S c’erano alcune novità tecniche che restituivano da subito un feedback diverso sia rispetto altri iPhone che rispetto alla concorrenza (mi riferisco in particolare al Touch ID, o alle nuove funzioni della fotocamera), per l’ iPad Air le novità che si percepiscono da subito sono altre: per parlare del nuovo tablet della mela cercheremo di seguire un approccio un po’ diverso dal solito, concentrandoci sulle differenze costruttive rispetto al modello precedente e sui vantaggi che ne derivano nell’utilizzo quotidiano.
Come ho già avuto modo di dire in passato , a mio avviso il display è una delle caratteristiche più importanti di un tablet perché (a meno di accessori esterni) tutta l’interazione che si può avere col dispositivo passa da lì. Si potrebbe dire la stessa cosa anche di uno smartphone, ma in quel caso ci sono anche altri elementi a fare la differenza: come la comodità dell’impugnatura e dell’utilizzo con una sola mano, la qualità della ricezione (sia per le telefonate che per la ricezione dati), l’autonomia, e molto altro ancora. Il tablet invece tipicamente ha meno problemi di autonomia, spesso viene acquistato senza connessione dati (in caso di necessità si può sempre condividere la connessione dello smartphone), e sempre più spesso si utilizza quasi come se fosse un computer vero e proprio; in definitiva, in queste condizioni, il display assume quindi una valenza decisamente importante, per cui partiamo la nostra analisi proprio da questo elemento.
Con iPad Air Apple adotta la tecnologia IGZO che consente di ottenere diversi vantaggi dal punto di vista visivo, energetico, e costruttivo. Visivamente gli schermi IGZO consentono una migliore visibilità anche sotto la luce diretta del sole e richiedono minore retroilluminazione, tant’è che per iPad Air sono necessari solo 36 LED anziché gli 84 del modello precedente. Questo consente di ottenere un risparmio energetico di oltre il 50 per cento, che ha consentito ad Apple di ridurre le dimensioni della batteria (e quindi dell’iPad) mantenendo comunque la stessa autonomia di prima. Anche dal punto di vista dello spessore lo schermo IGZO permette di ridurre lo spessore del vetro del 17 per cento, quello del display del 20, e quello pannello touch addirittura del 70 per cento, pur assicurando (grazie alla diversa tecnologia) una risposta ancora più fluida e precisa.
Rispetto al modello precedente si nota la maggiore luminosità e una tonalità di colore leggermente più “fredda”: come di consueto, l’ottimo DisplayMate ci viene in soccorso per i dettagli più tecnici e ci svela anche che, nonostante l’ottima qualità, lo schermo dell’iPad Air non è comunque il migliore in commercio in quanto viene superato dal display da 8,9″ (quindi leggermente più piccolo) del Kindle Fire HDX, che ha una maggiore definizione (arriva a 339ppi, contro i 264ppi dell’iPad) e un’accuratezza dei colori ancora migliore . Va detto che il Kindle Fire utilizza una tecnologia differente, la LTPS (Low Temperature Poly Silicon) che consente anche di avere minori riflessi all’aperto: requisito in linea con gli scopi di vendita di Amazon, ovvero quello di ottenere una maggiore leggibilità degli e-books in ogni condizione. Al momento questa nuova tecnologia non sarebbe ancora in grado di fornire la quantità di schermi richiesta da Apple, il che spiega perché Cupertino abbia scelto IGZO per questo nuovo modello.
In ogni caso lo schermo dell’iPad Air si pone ai vertici della categoria e, grazie anche alla sue nuove caratteristiche di forma e leggerezza (469 g o 478 g), diventa più comodo da utilizzare come lettore di libri e riviste digitali. iPad Air eredita le forme dell’iPad Mini, con cornice laterale più sottile e spessore ridotto rispetto al modello precedente e in mano la differenza si sente: non è leggero quanto un mini ma parliamo sempre del 28 per cento in meno (quasi 200 grammi) rispetto ai 652 grammi dell’iPad di quarta generazione, e soprattutto la forma più snella e lo spessore ridotto rendono l’impugnatura più comoda. Anche dal punto di vista puramente estetico, personalmente preferisco i nuovi dettagli ereditati dal Mini, e c’è chi si chiede se anche la prossima generazione di iPhone adotterà delle scelte simili, riavvicinandosi vagamente alle forme dell’ iPhone originale (con fondo piatto in alluminio, e profili arrotondati).
Riallacciandoci a quanto detto sopra, arriviamo infine all’utilizzo vero e proprio con le varie applicazioni, in particolare quelle applicazioni sulle quali Apple sta puntando molto: iLife ( iPhoto , iMovie e Garageband ) che Apple ha deciso di regalare con ogni nuovo dispositivo, e iWork ( Pages , Numbers e Keynote ) che oltre ad essere diventate gratuite sono accessibili a tutti anche attraverso iCloud . Se su iPhone l’utilizzo di queste App può sembrare forzato o legato ad utilizzi e situazioni molto particolari, su iPad tutto assume un altro significato: lo schermo da 10 pollici dell’iPad può veramente sostituire il computer in molte occasioni, e le applicazioni di iLife e iWork rappresentano due diversi mondi (quello creativo e quello lavorativo) che possono trovare il loro spazio anche su un tablet.
Montare un breve filmato, per esempio quello di una gita fuoriporta o una festa di compleanno, diventa un gioco da ragazzi, così come modificare una foto o realizzare un album da pubblicare sul Web o da ricevere direttamente a casa stampato in diversi formati. Non che queste operazioni siano una prerogativa del nuovo modello di iPad, ma riuscire a lavorare in modo ancora più fluido su un dispositivo più potente e più leggero rende le cose ancora più immediate, e il nuovo stile minimalista imposto da Ive tanto a iOS 7 quanto alle App di Cupertino sembra adattarsi in modo ottimale al nuovo iPad Air.
Un discorso a parte sarebbe da dedicare a iWork: l’evoluzione delle nuove versioni del software per iOS si accompagna ad una semplificazione delle versioni per OS X, un avvicinamento dei due mondi che premia il software per tablet e penalizza quello per computer, con una “versione iCloud” di mezzo (ufficialmente ancora in beta) a fare da ponte. Apple ha già detto che correrà ai ripari promettendo grossi miglioramenti nei prossimi sei mesi, ma nel frattempo possiamo goderci le versioni per iPad che offrono un’interfaccia più razionale e un compatibilità totale con quanto realizzato sul computer, condiviso in modo trasparente attraverso iCloud. Anche qui non è la versione Air di iPad a fare la differenza e, tirando le somme, le novità rispetto al modello precedente possono sembrare poche: a parte qualche dettaglio (come il doppio microfono, il maggior numero di bande LTE o la WiFi più evoluta) le migliorie si possono riassumere nell’adozione del nuovo processore Apple A7 a 64 bit (con relativo coprocessore M7, che su un tablet offre sicuramente meno possibilità rispetto agli utilizzi immaginabili su un iPhone) e nelle novità costruttive, sia a livello fisico (dimensioni e peso) che a livello di display (qualità e precisione del pannello touch).
Proprio queste “poche” novità sono però quelle che fanno la reale differenza tra due diverse generazioni di tablet: ridurre il peso di quasi il 30 percento, offrendo un display migliore e una potenza doppia, ma senza sacrificare l’autonomia, significa avere bene in mente dove si vuole arrivare: rendere il tablet sempre più presente nei gesti quotidiani, sostituendo il computer in molti compiti e invadendo quei campi dove il computer stesso non era riuscito ad entrare. Se come contorno aggiungiamo software e servizi integrati, si capisce che Apple ha lavorato duramente per fare di iPad un vero e proprio punto di riferimento per il mercato nei prossimi anni.
L’ultima osservazione riguarda la già citata autonomia. Apple mantiene le promesse elencate nelle specifiche dell’iPad Air, ma come al solito tutto dipende da quanto chiedete al vostro tablet: giochi con grafica 3D molto elaborata, come il solito Infinity Blade III o Sky Gamblers: Cold War (entrambi ottimizzati per Apple A7) consumano molte risorse e quindi molta energia. Con un utilizzo più “normale” potrete invece restare diversi giorni senza ricaricare.
Complessivamente si tratta di un considerevole passo in avanti: ma, visto che anche gli iPad precedenti non se la cavano male con iOS7, se già possedete un iPad di terza o quarta generazione potete tranquillamente aspettare. Discorso diverso per chi dovesse ancora avere l’iPad originale del 2010 (il gap è elevato sotto ogni aspetto), mentre chi si ritrova con un iPad 2, modello che Apple tiene ancora a listino, farebbe bene a valutare attentamente le proprie esigenze e quello che si aspetta di fare con un tablet.
Domenico Galimberti
blog puce72
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