L’applicazione che consente di utilizzare le foto scattate come query di una ricerca online è finalmente disponibile sull’App Store di Cupertino. Fino a ieri il search di Google Goggles era un privilegio riservato ai dispositivi equipaggiati con Android (del resto è questo il sistema operativo mobile del colosso di Mountain View) ma le voci di una esclusiva solamente temporanea circolavano da un po’.
L’algoritmo di Goggles è in grado di riconoscere elementi grafici, loghi, codici a barre, etichette di vini, copertine di libri, DVD e videogiochi ma può anche risalire a luoghi d’interesse, monumenti e dipinti, partendo da una semplice fotografia scattata dallo stesso utente. Il sistema non funziona ancora per alcuni soggetti come animali, piante o cibo ma, fondendo il riconoscimento OCR con il servizio in linea Google Translate, ha introdotto perfino la traduzione dei testi immortalati con la fotocamera.
App per iOS come oMoby avevano già tentato di colmare il vuoto dell’esclusiva androide, con risultati piuttosto scarsi. L’occhialuta utility originale è ora compresa nell’ultimo aggiornamento (0.7.0.4836) dell’applicazione gratuita Google Mobile per iPhone, che contiene anche funzioni come Gmail e Calendar. La ricerca in modalità Goggles è compatibile però solo con i device Apple più performanti, 3GS e 4G, aggiornati al firmware 4.0.
Il particolare sistema introdotto da Goggles resta al momento confinato in campo mobile, come ennesimo accessorio utile da portare in viaggio. Sui computer casalinghi è possibile provare un’esperienza vagamente simile solo utilizzando i servizi di reverse image search offerti da siti come tineye.com .
Roberto Pulito