Quando il sindaco di Miami, Francis Suarez, si ripresenterà alle urne, dovrà anzitutto dare una spiegazione ai propri cittadini: perché la MiamiCoin, criptovaluta che avrebbe dovuto rappresentare il futuro della città, è improvvisamente diventata carta straccia? La visione di lungo periodo, infatti, è diventata delusione di breve periodo e il valore della valuta si è letteralmente polverizzato nel giro di pochi mesi.
Colpa del contesto e dell’andamento delle criptovalute in termini generali, certo, ma forse non è tutto semplicisticamente riconducibile soltanto ad una questione generale.
MiamiCoin
L’obiettivo iniziale di Suarez era quello di creare una valuta che includesse in sé un valore intrinseco basato sul rapporto tra i cittadini e la città, fino a diventare un potenziale sistema di pagamento delle tasse locali annullandone il costo. Una chimera basata sull’idea originale di CityCoin, progetto che già annoverava altri clienti potenziali (New York in primis), ma che alla luce di questa esperienza ben difficilmente riuscirà a replicare l’esperienza. Il “reddito di criptovaluta” non sembra infatti essere così proficuo come ci si immaginava e gli investimenti sono andati tanto male da arrivare ormai ad un -95% nel giro di appena un semestre.
MiamiCoin ($MIA) è partita da un valore di poco più do 0,01 dollari, è balzata subito un paio di volte a 0,05 dollari ed è precipitata infine a qualcosa come 0,003 dollari. Non solo il valore si è polverizzato, ma il trend è stato pressoché sempre discendente e la scorsa settimana ha sfiorato lo zero assoluto in concomitanza con la debacle di Luna e con la caduta a picco di tutto il mondo crypto. Non è certo un caso se la dominanza di mercato del Bitcoin continua ad aumentare: sono in molti a spostarsi sulle realtà più consolidate, abbandonando le altcoin, per poter continuare a investire nelle crypto abbassando a livello percettivo la soglia di rischio del proprio portafoglio. $MIA, la cui redditività era basata proprio sul Bitcoin, non può che perdere valore alla luce di un mercato in caduta e di una generale sfiducia nelle nuove estemporanee iniziative che sulla fiducia cercavano di costruire una nuova utopia.
Le ambizioni tecnocentriche del Repubblicano Suarez hanno dovuto fare i conti con la realtà: l’obiettivo era quello di attirare investimenti e lavoratori presso la propria città, facendone un hub di innovazione a livello federale, ma chissà che la crisi della Silicon Valley non abbia accelerato mal riposte ambizioni sparse tra la East e la West Cost. Binance, per restituire certezze agli investitori in crypto, ha bloccato una criptovaluta come Terra Luna, ma nulla si può fare per una iniziativa locale e alternativa come quella di Miami. In questo caso il problema è tutto interno alla città, con impatto locale e impossibilità di intervenire a livello di sistema. Effetti collaterali della deregulation, insomma, ed effetto deviante di una zona grigia entro cui anche un sindaco riesce a muovere le proprie pedine supportato da aziende che sulle criptovalute vorrebbero costruire nuove economie e nuovo valore.
Quel che preoccupa ora è il futuro. In una mail ottenuta da Quartz, è chiaro come CityCoin sia preoccupata del modo in cui il proteggo di Miami è stato comunicato, attirando l’attenzione della SEC e rischiando di incorrere in restrizioni normative che potrebbero porre gravosi ostacoli sull’idea di una moneta locale basata sulle singole realtà metropolitane. Il rischio di sovrastimare il potenziale della criptovalute trova compensazione in un eccesso di cautela che porta oggi le parti in causa ad abbassare il livello dell’hype per ripartire dalle basi. Una criptovaluta senza fiducia, del resto, si sgonfia e questo è ormai sotto gli occhi di tutti. L’arrembante Suarez sa che anche una carriera politica può funzionare sul medesimo meccanismo: ora è dunque il momento del profilo basso, in attesa di nuove fluttuazioni. Nel dubbio, come da mantra dei più fedeli al mondo crypto, HODL.