Microsoft ha annunciato che accetterà le richieste di rimuovere i contenuti a luci rosse caricati online da partner vendicativi a cui i soggetti ritratti nelle foto hanno dispensato troppa fiducia.
Microsoft prevede uno specifico form online per la segnalazione da parte degli utenti di Bing, Xbox Live e OneDrive i contenuti frutto della violazione della loro intimità e della loro immagine.
Su Bing questo significherà rendere i contenuti non rintracciabili attraverso le ricerche online (verranno semplicemente deindicizzati), mentre sugli altri due servizi “impedirà direttamente l’accesso al contenuto in questione condiviso attraverso di essi”.
Dopo Google , che offre la possibilità di deindicizzare i contenuti del revenge porn, Facebook , Twitter e Reddit, dunque, anche Redmond decide di intervenire sullo scottante tema che vede gli utenti vittime di angherie, minacce e tentativi di estorsione sulla base di immagini rubate dal proprio privato ed indebitamente condivise online.
D’altra parte la pubblicazione di tali contenuti, una vera e propria gogna mediatica fondata su meccanismi estorsivi e/o vendicativi, è punita anche dalle sentenze giuridiche (un uomo che gestiva un business basato sulla monetizzazione della vergogna è stato per esempio per furto di identità ed estorsione) e dal quadro normativo di alcuni stati, per esempio con l’ introduzione in California nel 2013 del reato di revenge porn.
Claudio Tamburrino