Al grido di innovazione, qualità e prezzo , Microsoft ha annunciato una sforbiciata sostanziale ai costi della sua offerta IAAS (infrastructure-as-a-service), sia per quanto riguarda le istanze di calcolo virtualizzate che per lo spazio di storage. Redmond fa un confronto diretto con Amazon ma i prezzi che fa Google continuano a essere i più bassi.
L’annuncio di Microsoft quantifica in un 35 per cento massimo la riduzione dei costi per le istanze di computing e fino al 65 per cento per lo storage, e giunge con breve anticipo rispetto alla conferenza Build 2014 per sviluppatori che si terrà nel corso di questa settimana a San Francisco, in California.
“Questa non è vendita al dettaglio”, spiega Steven Martin sul blog corporate della piattaforma Azure, “l’innovazione conta” e i tagli di prezzi vengono comunicati via Web con effetto immediato: a sperimentare una drastica riduzione di costi sono sia le istanze basate sul suddetto Windows Azure (-27 per cento per singola istanza, -65 per cento per storage localmente ridondante e -44 per cento per storage geo-ridondante) che quelle basate su Linux, e Microsoft sottolinea come ora i prezzi siano analoghi a quelli delle offerte equivalenti di Amazon.
L’annuncio dei tagli ai prezzi del cloud Microsoft segue infatti di pochi giorni la decisione di Amazon di tagliare i costi su tutta la linea delle proprie offerte tra le nuvole (storage S3, computing EC2, ElastiCache, Elastic MapReduce e database RDS), offerte che si sono contemporaneamente arricchite della release pubblica dei desktop virtualizzati di Amazon WorkSpaces e del client WorkSpaces Sync per il backup automatico dei documenti creati in ambienti cloud virtuali.
La corsa al ribasso dei prezzi del cloud procede dunque senza sosta, e Google – che tale corsa precipitosa ha accelerato pochi giorni or sono – può continuare a guardare i concorrenti dalla sua posizione di fornitore coi costi migliori. A farne le spese, nella concorrenza sfrenata sui prezzi del cloud, saranno sicuramente le aziende di piccole e medie dimensioni che non potranno contare sulle finanze dei big per proporre soluzioni altrettanto convenienti.
Alfonso Maruccia