Anche Oracle ha abbandonato il territorio russo. Le notizie ormai si susseguono quotidianamente creando una morsa incredibile attorno a Vladimir Putin, anche a costo di inevitabili conseguenze per l’economia dell’Occidente. La somma di questi tasselli è un’ecatombe economica, sempre e comunque minima rispetto a quanto sta accadendo a Kiev in queste ore, ma dall’importanza storica senza precedenti.
Oracle lascia la Russia
La risposta di Oracle è avvenuta a seguito di una richiesta esplicita di Mykjailo Fedorov, il quale sta usando il proprio account Twitter per mettere pressione sui giganti della tecnologia affinché isolino la propaganda russa e abbandonino le loro attività sul territorio nemico. Forti delle scelte del governo USA e forzati in una situazione nella quale occorre ormai prendere posizione, i Big Tech si stanno allineando e l’ultimo in ordine di tempo è Oracle.
Questa la richiesta proveniente dal ministro Fedorov e la relativa risposta proveniente da Oracle:
On behalf of Oracle’s 150,000 employees around the world and in support of both the elected government of Ukraine and for the people of Ukraine, Oracle Corporation has already suspended all operations in the Russian Federation.
— Oracle (@Oracle) March 2, 2022
Tutte le operazioni nella federazione russa sono sospese. Non c’è scadenza, non c’è dettaglio, c’è soltanto un umano supporto al popolo ucraino in questo momento di difficoltà. La richiesta era indirizzata in parallelo anche a SAP, da cui al momento non è giunta invece alcuna presa di posizione.
Il tassello di Oracle si aggiunge a quelli che stanno stringendo la morsa attorno al popolo russo, forzando la situazione affinché la situazione a Mosca possa deflagrare prima che Kiev soccomba. Nel mezzo restano risicati margini di trattativa, sui quali Putin mette sul piatto l’aver circondato Kiev e la NATO mette sul piatto l’aver circondato la Russia.