Dopo The Pirate Bay, Wikileaks. Il celebre sito delle soffiate è finito nel mirino di misteriosi attaccanti, vittima dell’ennesimo attacco DDoS. La piattaforma di Julian Assange è dunque rimasta inaccessibile per un periodo non inferiore alle 72 ore , più o meno in contemporanea con l’offensiva scagliata nei confronti della Baia dei pirati.
“Wikileaks.org è sotto attacco – hanno scritto i responsabili di The Pirate Bay su Facebook – Questo è davvero un anno tempestoso, come d’altronde avevamo predetto”. Il sito è comunque tornato online nel corso delle ultime ore , così come la Baia è riuscita a rialzarsi dopo il KO dello scorso mercoledì.
Ma chi c’è dietro questi attacchi a ripetizione? Se l’account LulzPirate ha rivendicato l’offensiva nei confronti di Visa – anche l’operatore di credito è finito nel vortice DDoS – non è tuttora chiaro chi abbia lanciato il temibile assalto contro la piattaforma delle soffiate, generalmente amica delle libertà digitali e dell’underground cibernetico.
C’è ora una rivendicazione per l’attacco a The Pirate Bay, pubblicata sul solito Pastebin da un presunto ex-membro di Anonymous. “Vi starete chiedendo perché ho attaccato The Pirate Bay – c’è scritto in un post di AnonNyre – Sono Nyre e sono decisamente contro Anonymous. Non sono più un loro supporter e a volte aiuto i federali”.
Secondo la tesi di Nyre, The Pirate Bay sarebbe diventata una sorta di ufficio stampa per il collettivo hacker . “Inginocchiati, Anonymous – ha concluso Nyre – Sono un esercito formato da un solo uomo. E non sono un hacker. Sono un killer della sicurezza”. Sembra dunque confermata l’esclusione di qualsiasi coinvolgimento del collettivo nel DDoS alla Baia.
Mauro Vecchio