Web (internet) – Nuovo millennio e nuovo secolo in arrivo? Sì, tra 370 giorni. Ma pare che lo sappiano in pochi. Questa è almeno l’impressione che si ha consultando siti ufficiali, le case dei guru dell’informazione e dei media. Tutti sembrano convinti di entrare davvero nel nuovo millennio tra pochi giorni e, a quanto sembra, il passaparola, o l’allucinazione collettiva, ha più credito della ragione e del calcolo matematico.
La matematica non è un opinione, o almeno non lo è stata fino a che non è arrivato il cosiddetto “Millennium Bug” a stravolgere i conti. Sin dall’alba dell’homo sapiens, sulla Terra tutti i popoli hanno sentito l’esigenza di relazionare il moto celeste a sé stessi, ovvero di “calcolare il tempo”, di suddividerlo, fino ad arrivare ai giorni, ai mesi e agli anni. Motti, credenze popolari, stagioni: il lento scorrere del tempo calcolato ha accompagnato la crescita dell’umanità fino ad oggi, dalle meridiane agli orologi, fino ai sofisticati orologi atomici dalla precisione “millimetrica”.
Purtroppo nel meraviglioso mondo della tecnica e dell’informatica, se c’E’ un errore è quasi sempre umano. Così nasce il Millennium Bug, di cui non mi soffermerò a discutere la natura tecnica, dato che fin troppo si è detto e scritto anche su queste pagine, ma la natura lessicale.
Millennium Bug, o nella incredibile traduzione italiana “Baco del Millennio”, dunque… Ma di quale Millennio? Definire così il baco è come dire “Il problema dello Stato” o “il Bug del Software” senza specificare di quale Stato o di quale software si stia parlando. Se viene sottointeso, non resta che pensare che quel Millennium sia il Millennio nel quale stiamo vivendo e vivremo, oggi, domani e il 2 gennaio 2000. Un Millennio che, come gli altri millenni, è cominciato dall’inizio e finirà alla fine. Non prima…
Un millennio cioè che è iniziato il primo gennaio dell’anno 1001 e che, stando alla matematica, finirà il 31 dicembre del 2000. La spiegazione per chi ha dubbi è semplice: un secolo dura cento anni e un millennio ne dura mille. Lo so che siamo nel campo dell’ovvio, ma è bene partire dai fondamentali. Il calendario in uso nella maggior parte del mondo si basa sull’anno di nascita di Gesù. L’anno precedente la sua nascita viene definito con valore negativo, “prima di Cristo” (BC – Before Christ per gli inglesi); Anno 1 prima di Cristo.
L’anno in cui Cristo nacque è l’anno 1 dell’era cristiana.
Partendo da lì, pallottoliere o computer palmare alla mano, si conta fino a cento: quindi il primo secolo della nostra storia finisce il 31 dicembre dell’anno 100, dato che un secolo appunto dura cento anni, non un secondo di meno. Questo è il punto. Tutti i secoli, dal primo secolo fino a quello che stiamo vivendo, cominciano il primo gennaio dall’anno 1 e terminano tutti dopo cent’anni il 31 dicembre:
Primo secolo: primo Gennaio 1 – 31 dicembre 100
Secondo secolo: primo Gennaio 101 – 31 dicembre 200
Terzo secolo: primo Gennaio 201 – 31 dicembre 300.
E così via fino al “nostro” 20esimo secolo.
Per quale motivo il ventesimo secolo (cominciato dunque il primo gennaio del 1901) dovrebbe invece finire dopo soltanto 99 anni ovvero tra 5 giorni, il 31 dicembre 1999 invece del 31 dicembre 2000? Chi ci ha fatto lo sconto? Perché paradossalmente proprio ora che ci sono i computer, e i calcoli si fanno più precisi, tutte le principali aziende, addirittura Capi di stato ed enti governativi delle più grandi potenze mondiali si sbracciano per dirci che sta arrivando un nuovo millennio ed un nuovo secolo?
E ‘ incredibile in questi giorni leggere dichiarazioni di persone che pure hanno studiato, vinto premi per la loro creatività ed intelligenza, premi Nobel, capitani d’Industria (Gates e Jobs inclusi) accreditare quella che non è una teoria alternativa ma semplicemente la più grande castroneria mai raccontata e sicuramente la più diffusa grazie alle moderne casse di risonanza che sono Internet e la Televisione.
Addirittura c’è chi ha comicamente elucubrato cose come: “più che di Millenium Bug bisognerebbe parlare di Seculum Bug dato che cambia solo il secolo e non il Millennio”.
Il nome corretto che propongo per il “Baco”, l’unico che possa descriverlo correttamente, è: “Probabile errore dei computer quando la data a due cifre passa da 99 a 00”. Evidentemente era un nome troppo lungo anche da brevettare, a differenza di “Y2K” (marchio registrato), e non avrebbe generato gli interessi miliardari e l’attenzione esagerata dei media internazionali.
Il problema, di fondo, per chi vuole porselo, è: “se sono riusciti a convincere tutti di questo, quante altre cose non sono reali ma lo sono diventate allo stesso modo?”
Nel frattempo ci si diverte a leggere che il sito delle Finanze italiane , nonostante tutti i soldi dei contribuenti spesi per far quadrare i conti, sbaglia il conto degli anni e afferma che chiuderà “per qualche giorno a causa del nuovo millennio”. Non serve neppure il bug. Ormai basta una parola sola.
Le aziende, vuoi per guadagnare con aggiornamenti hardware e software, vuoi per seguire la moda, si accodano tutte nella grande orgia mediatica catastrofista millenaria in anticipo.
Dalla Intel che parla di “century rollover”, alla Motorola , passando per Microsoft e persino per Apple che, per una volta, invece di “pensarla diversamente” si accoda per raccontare la bugia millenaria a tutti gli affezionati melomani.
La prima potenza mondiale, quella che ha mandato gli uomini sulla Luna ed esploso bombe atomiche, perde il conto e persino sui siti governativi ufficiali sforna dati errati, dal sito Y2K fino all’Astronomical Applications Department , agenzia fondata nel 1849 che oggi non sa più bene in che anno si trova.
E persino Oracle , da molti considerata spesso una voce fuori dal coro quando si parla di informatica e futuro in grandi linee, inciampa e cade “nell’inghippo”.
Possibile che nessuno si sia messo a fare due conti, a parte il simpatico Beppe Severgini?
Addirittura una esilarante guida di Compaq al nuovo anno spiega nei dettagli che tra pochi giorni alcuni computer saranno convinti di essere ancora nel ventesimo secolo, e non nel ventunesimo. Peccato che non spiegano per quale motivo dovremmo finire nel ventunesimo secolo un anno prima.
Errare, come al solito, è umano. Ma perseverare contaminati dai media, dalle reclame, dagli strilli d’agenzia, da ciò che dicono le aziende ed il commercio, in questo caso è un Bug del cervello sì, ma non di quello elettronico.