Le unioni civili gay, o matrimoni gay che dir si voglia, come metro di giudizio su un CEO di un’azienda IT: Brendan Eich, appena nominato al vertice di Mozilla Foundation, ha il suo bel da fare in queste ore a cercare di tamponare la polemica che infuria in Rete. Polemica che lo vede contrapposto, piuttosto inerme, a un gran numero di navigatori e alcuni dipendenti Mozilla che ne chiedono a gran voce le dimissioni : motivo del contendere, il supporto anni fa di Eich a un comitato referendario a favore del divieto di celebrazione delle nozze tra individui dello stesso sesso in California, sostegno da lui mai smentito e mai rinnegato. Ma non è l’unico motivo di attrito, tanto che tre consiglieri della board della Foundation hanno rassegnato le dimissioni proprio in concomitanza con la nomina del nuovo CEO.
A dirla tutta, Eich ha provato a smorzare la polemica prima che divampasse in queste ore: sul suo blog ha pubblicato un lungo post in cui spiegava di avere tutte le intenzioni di collaborare con il mondo LGBT per garantire la massima inclusione e rispetto della comunità omosessuale tra i ranghi dei dipendenti Mozilla e non solo. “Vi chiedo solo il tempo per dimostrarlo – scrive Eich – e allo stesso tempo chiedo scusa per il disagio che vi ho arrecato”. Il CEO poi si inoltra nel ribadire che tutte le policy aziendali anti-discriminazione, nonché i vari benefit estensibili ai partner di qualsiasi sesso, rimarranno inalterate e saranno anzi da lui difese da eventuali abusi o attacchi. Il tutto per mantenere Mozilla “una comunità aperta e tollerante”. Parole che, pare, siano cadute nel vuoto .
Ìm an employee of @mozilla and Ìm asking @brendaneich to step down as CEO.
– Chris McAvoy (@chmcavoy) 27 Marzo 2014
Have waited too long to say this. Ìm an employee of @mozilla and Ìm asking @brendaneich to step down as CEO.
– Chloe Varelidi (@varelidi) 27 Marzo 2014
Ìm an employee of @mozilla and Ìm asking @BrendanEich to step down as CEO.
– John Bevan (@bevangelist) 27 Marzo 2014
In queste ore sono fioriti su Twitter gli interventi di dipendenti e simpatizzanti Mozilla a sfavore del CEO appena nominato. Chiedono, senza mezzi termini, le dimissioni dal ruolo di Eich : quest’ultimo, in effetti, non ha negato le proprie opinioni contrarie alle unioni gay, né ha rinnegato le donazioni (in totale poco più di 3.000 dollari) effettuate a favore della causa che oggi è all’origine di questa polemica. D’altra parte, non si può negare che tutti abbiano evitato di tirare in ballo la competenza o l’autorevolezza di Eich, per negare che sia adatto a ricoprire la posizione di CEO di Mozilla: la questione ruota soltanto attorno alla questione dei diritti civili. Altri dipendenti Mozilla, comunque, hanno cinguettato per sostenere Eich e ribadire di non aver mai avuto problemi di discriminazione lavorando spalla a spalla con lui.
Nell’intera vicenda, che di sicuro non fa bene alla popolarità della community che ruota attorno al panda rosso, va segnalata la posizione trasparente e apparentemente molto aperta di Mozilla : la Foundation ha fatto sapere che ascolterà tutte le voci di dissenso che si alzeranno in questo frangente, e non saranno previste (almeno a parole) ritorsioni nei confronti di quanti si esporranno pubblicamente criticando il CEO. Una posizione, dunque, estremamente tollerante: difficilmente tutte le altre aziende, della Silicon Valley e non, terrebbero un approccio simile in una vicenda che sta acquisendo sempre più l’attenzione dei media e del pubblico. Posizione che però è “intorbidita” dalle dimissioni di Gary Kovacs e John Lilly (due ex-CEO di Mozilla), e quelle di Ellen Siminoff: la loro uscita di scena sarebbe legata ancora alla figura e alla nomina di Eich, dice il Wall Street Journal , poichè avrebbero preferito qualcun altro sulla massima poltrona della Foundation.
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Luca Annunziata