Le visite risalgono a un anno fa, ma Fair Labor Association ha deciso di renderle pubbliche solo ora: 10 giorni spesi negli stabilimenti Quanta di Shanghai e Changshu ha rivelato violazioni delle norme sul lavoro cinesi , ovvero un bel grattacapo per Apple e tutte le altre aziende occidentali che si appoggiano alla manodopera asiatica a basso costo. Ma proprio Cupertino, dal canto suo, ribadisce che da quando sono state effettuate le visite a sorpresa negli stabilimenti in oggetto molte cose sono cambiate, e che l’ultima verifica in tal senso è stata compiuta appena un mese fa.
Nel rapporto di FLA si dà conto dell’operato di Openview Service , una azienda cinese specializzata in questo tipo di verifiche che opera in loco in nome e per conto di FLA stessa. Le informazioni, raccolte secondo un protocollo predefinito, erano già state fornite ad Apple per coadiuvare i suoi sforzi nel tentare di migliorare le condizioni di lavoro nei poli produttivi dei suoi appaltatori. In precedenza la maggior parte dell’attenzione si era concentrata su Foxconn : questa volta, come detto, i controlli sono stati effettuati in un due stabilimenti Quanta (specializzati nell’assemblaggio finale di parecchi prodotti come iPad), ma i risultati non sono poi stati molto diversi da quelli delle volte precedenti.
Ci sono delle note positive : l’addestramento e le informazioni fornite in merito a rispetto dell’ambiente, diritti dei lavoratori in materia di bonus e compensi, disciplina e comportamento appropriato sul posto di lavoro hanno superato l’esame e rispettano i parametri imposti dalla legge e da Apple. Tuttavia, le oltre 500 interviste a un campione degli oltre 35mila lavoratori dei due stabilimenti e le rilevazioni ambientali hanno comunque messo in luce dei problemi : straordinari oltre i limiti consentiti, opacità nelle assunzioni con bustarelle da versare ai reclutatori, irregolarità nei pagamenti e personale troppo giovane per lavorare oltre la durata standard dei turni.
Problemi sono stati individuati nelle policy interne sulla rappresentanza sindacale: non tutti i dipendenti del campione erano consapevoli di essere già iscritti a un sindacato, e le modalità di inoltre di eventuali reclami sulle condizioni di lavoro non sono altro che un canale che lega il singolo dipendente direttamente all’ufficio del personale, non esattamente un meccanismo rassicurante per chi volesse provare a influire sulle condizioni di lavoro. Infine, le visite di FLA hanno rivelato anche problemi ambientali: sebbene le policy relative alle sostanze pericolose e alla qualità dell’ambiente di lavoro siano corrette, la loro applicazione lascia a desiderare ed espone i lavoratori a sostanze pericolose e in un contesto non sempre sicuro per quanto riguarda la gestione di materiali infiammabili, velenosi o inquinanti .
Ne complesso, è decisamente troppo presto per dichiarare la sfida lanciata da Apple a sè stessa per creare un ambiente di lavoro a prova degli standard occidentali (e dell’opinione pubblica occidentale) in fatto di sicurezza e diritti dei lavoratori. La stessa FLA informa che Cupertino ha già preso iniziative al riguardo , migliorando l’infrastruttura degli stabilimenti e avviando un’azione decisa per meglio chiarire i parametri di assunzione e lavoro secondo le leggi vigenti, e l’azienda stessa ha rilasciato un breve comunicato al riguardo : Quanta ha già intrapreso delle azioni, sotto il controllo di Apple, per meglio aderire agli standard che Cupertino impone ai suoi appaltatori, e le più recenti verifiche sul posto condotte dalla stessa Apple pare abbiano confermato un miglioramento complessivo della situazione.
Luca Annunziata