Android Q si chiamerà, semplicemente, Android 10. Basta con dolci e dessert. La decisione è stata annunciata oggi da Google con un post che ne illustra le ragioni. Un cambiamento non radicale, ma di certo importante. Il sistema operativo è cresciuto a tal punto che i nomignoli fin qui attribuiti a ogni nuova versione rischiano talvolta di costituire un ostacolo anziché una simpatica aggiunta.
Android 10: restyling e nuovo brand
Sono dunque finiti i tempi del totonome per le nuove release. Ricordate quando si parlò con insistenza di Android 7.0 Nutella? E quando fu siglata una partnership a fini di marketing con Nestlé per Android 4.4 KitKat? Secondo bigG non tutti gli utenti che fanno affidamento agli oltre 2,5 miliardi di device attivi nel mondo appartengono a popolazioni e culture che interpretano il cibo allo stesso modo. Inoltre con il solo numero della versione, ammettiamolo, è più semplice. Poi, per dirla tutta, si è già oltrepassata la metà dell’alfabeto.
La prossima evoluzione di Android guarda all’accessibilità. Il logo è stato leggermente ridisegnato. Cambia anche il font, sia nello stile sia nella palette dei colori, selezionata in modo da offrire un livello di contrasto maggiore e andando così incontro alle esigenze di chi soffre di problemi alla vista.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quanto Andy Rubin e i suoi tre soci nei primi anni 2000 si misero al lavoro su una piattaforma per dispositivi intelligenti, senza essere consapevoli che di lì a poco il progetto sarebbe stato acquisito da Google e trasformato in una piattaforma distribuita a livello globale. Oggi non è presente solo sugli smartphone e sui tablet, ma ha esteso il proprio raggio d’azione agli indossabili, all’ambito dell’intrattenimento domestico, alla Internet of Things e al settore delle quattro ruote. Android è cresciuto, niente più dolci per il robottino verde.