Il sogno di Google è di portare sugli smartphone Android un assistente AI davvero evoluto. Già all’uscita del Pixel 4 nel 2019, l’azienda immaginava un sistema che permettesse di chattare in modo naturale con il telefono, in modo che questo potesse eseguire compiti complessi senza che l’utente dovesse toccare nulla.
Google Assistant era inizialmente destinato a svolgere questo ruolo. Ma a 5 anni di distanza, non siamo ancora arrivati a questo punto. Non sorprende quindi che ora Gemini stia raccogliendo il testimone. Aggiornamento dopo aggiornamento, diventa sempre più potente. Può agire sui servizi dell’ecosistema di Google, naturalmente, ma può anche interagire con altre applicazioni come WhatsApp.
In tutti i casi, Gemini utilizza un sistema di estensioni. Pratico, ma limitato nel senso che non gli permette di avere un controllo vero e proprio dell’applicazione. Per non parlare del fatto che è impossibile creare un’estensione per tutte quelle esistenti. Ma sembra che con Android 16 la musica cambierà.
Gemini potrà usare le app al posto dell’utente su Android 16
La prima versione per sviluppatori di Android 16 contiene un’API (un’interfaccia che collega due servizi) per quelle che Google chiama “funzioni dell’applicazione”. Secondo la descrizione fornita, queste sono “integrate in varie funzioni di sistema” e, una volta concesse le autorizzazioni necessarie, consentono di “eseguire azioni per conto degli utenti all’interno delle applicazioni”.
In termini pratici, ciò consente, ad esempio, di rispondere a un messaggio a voce e di inviare una foto nella stessa conversazione, sempre parlando. Può sembrare poco, ma con questa semplice operazione Gemini può aprire l’applicazione di messaggistica per leggere il messaggio, scrivere la risposta prima di inviarla, accedere alla galleria, selezionare la foto desiderata, inserirla nella conversazione in corso e quindi convalidare l’invio. Una sequenza di azioni, di cui oggi non è capace e che renderebbe l’utilizzo del nostro smartphone estremamente semplice e intuitivo.