Mentre Google sta distribuendo Android 2.2 ( Froyo ) come aggiornamento over-the-air agli utenti di Nexus One, sul Web hanno fatto capolino nuove indiscrezioni su Android 3.0, nome in codice Gingerbread (pan di zenzero).
Secondo quanto riportato in questo podcast del blogger russo Eldar Murtazin, Gingerbread verrà rilasciato intorno alla metà del prossimo ottobre, e il primo smartphone basato su questa nuova versione di Android raggiungerà i negozi poco prima del periodo natalizio.
Come taluni si aspettavano, Android 3.0 ha requisiti hardware più elevati rispetto a quelli dei predecessori: Murtazin parla di CPU a 1 GHz, 512 MB di RAM e display con diagonale di almeno 3,5 pollici ( UPDATE : nelle scorse ore Murtazin ha puntualizzato che si tratta di “requisiti consigliati”, e non di requisiti minimi come aveva inizialmente riportato). Come conseguenza, solo l’ultima generazione di smartphone Android avrebbe le carte in regola per ricevere un eventuale aggiornamento ufficiale a Gingerbread: tra questi terminali si possono citare il Google Nexus One, l’HTC Desire, il Samsung Galaxy S e l’Acer Liquid E. Questo probabilmente non impedirà alla comunità hacker di portare Android 3.0 anche su modelli meno dotati, magari eliminando gli orpelli grafici.
Gingerbread supporterà poi nativamente la risoluzione di 1280 x 760 pixel, rendendo così questa piattaforma ancor più adatta ai tablet, e introdurrà un’interfaccia grafica profondamente rivista, simile – afferma Murtazin – a quella che oggi caratterizza la Gallery App integrata in Nexus One.
Il blogger russo sostiene che la nuova GUI rappresenterà la fine delle shell grafiche di terze parti, come la celebre Sense di HTC o TouchWiz di Samsung. Murtazin non è stato molto chiaro in questo senso, ma è probabile si riferisse al fatto che la nuova interfaccia è così graficamente ricca e completa di funzioni da rendere superfluo ogni altro front-end. Meno plausibile l’interpretazione offerta da altre fonti, come jkOnTheRun , secondo le quali Gingerbread impedirà (via API? via licenza?) l’uso di interfacce alternative.
Apparentemente Android 2.2 e 3.0 sono destinati a coesistere per l’intero arco della loro vita: il primo verrà indirizzato agli smartphone di fascia bassa, il secondo agli smartphone di fascia alta e ai tablet. Questa scelta consentirà ai produttori di utilizzare la versione di Android più adatta all’hardware dei loro dispositivi, ma nel contempo rischierà anche di incrementare la confusione tra i consumatori ed esacerbare quella frammentazione della piattaforma di cui Google nega ostinatamente l’esistenza. Ars Technica paragona questa scelta con quella di Nokia di usare MeeGo sui tablet e sugli smartphone di fascia alta e Symbian sugli smartphone di fascia bassa.
Nel recente passato le indiscrezioni relative ad Android 3.0 parlavano anche del supporto nativo al formato video WebM e al formato audio FLAC, ad un miglioramento delle funzionalità di copia e incolla e all’inclusione di una nuova versione dell’Android Market integrante un music store.
Alessandro Del Rosso