Android Auto potrebbe violare le regole sulla concorrenza in Europa. Questo è il parere dell’avvocata generale Laila Medina della Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE). La vicenda nasce a fine 2018 e riguarda l’integrazione dell’app JuicePass di Enel X nella piattaforma di Google. In attesa della sentenza definitiva, l’azienda di Mountain View ha dichiarato di aver aggiunto il supporto per questo tipo di app.
Google non può impedire l’accesso ad Android Auto
Android Auto permette di accedere alle app installate sullo smartphone tramite lo schermo del sistema di infotainment del veicolo. Gli sviluppatori di terze parti possono creare versioni compatibili utilizzando i template (modelli) forniti da Google.
A fine 2018, Enel X ha chiesto di consentire l’accesso alla piattaforma con l’app JuicePass che offre servizi di ricerca delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Google ha risposto che non esisteva un template per motivi di sicurezza. Android Auto supportava solo app di messaggistica e multimediali.
Enel X ha quindi presentato una denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Quest’ultima ha quindi inflitto all’azienda di Mountain View una multa di 102 milioni di euro. Il TAR del Lazio ha confermato la sanzione. Google ha quindi presentato ricorso al Consiglio di Stato che, con l’ordinanza di aprile 2023, ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
Secondo l’avvocata generale Laila Medina, Google potrebbe aver abusato della sua posizione dominante, impedendo a Enel X di accedere alla piattaforma. Il rifiuto può essere solo giustificato se l’accesso è tecnicamente impossibile o può incidere sulle prestazioni della piattaforma. Lo sviluppo di un template specifico non può giustificare il diniego di accesso.
I pareri degli avvocati generali non sono vincolanti, ma spesso incidono sulla sentenza finale. Google ha dichiarato che il template è già disponibile, quindi l’app JuicePass e altre simili possono essere utilizzate su Android Auto.