Il sistema operativo mobile Android ha un indice di “openness” molto basso, il più basso tra le piattaforme mobile distribuite sotto licenza open source. A sostenerlo è la società di ricerca VisionMobile , che ha valutato la openness di varie piattaforme mobile servendosi di una serie di criteri e non semplicemente basandosi sulla suddetta licenza di sviluppo e distribuzione del codice.
Il lavoro svolto dalla britannica VisionMobile si è riversato nell’ Open Governance Index (OGI), un indice che serve appunto a stabilire quanto open sia la gestione e il controllo della piattaforma analizzata. Il primo rapporto OGI rilasciato da VisionMobile è impietoso nei confronti di Google Android: il mini-sistema operativo di Mountain View si piazza all’ultimo posto con un 23% di openness.
Ai primi posti della classifica di OGI ci sono la piattaforma di sviluppo Eclipse (84% di openness), il kernel Linux (71%), il layout engine per browser Webkit (68%), e gli altri a seguire. I punti cardine della valutazione del livello di openness stabiliti da VisionMobile includono l’accesso al codice sorgente, la capacità degli sviluppatori di influenzare la direzione intrapresa dal progetto, la capacità di creare opere derivate, una struttura comunitaria pensata per non discriminare gli sviluppatori.
Android, il sistema operativo noto per gli scontri legali a suon di brevetti , il market share in crescita continua e la proliferazione di malware è poco o per nulla “open” , sostiene VisionMobile, e sul lungo periodo questa mancanza di openness rischia di influenzare negativamente il successo della piattaforma. Lo studio di VisionMobile è finanziato in parte dalla piattaforma europea Webinos , iniziativa che promuove la creazione di “app” web universali.
Alfonso Maruccia