L’ultimo grafico sulla distribuzione delle varie versioni di Android mostra come le versioni più recenti dell’OS mobile di Google stiano diffondendosi sempre più, facendo registrare un aumento del 33,1 per cento rispetto alla situazione di un anno fa. In dettaglio, Android 6.0 Marshmallow gira sul 10,1 per cento dei terminali, mentre le versioni 5.x Lollipop sono installate nel 35,4 per cento degli smartphone e tablet.
In sostanza, quasi la metà degli utenti Android possiede un terminale aggiornato ad una delle versioni più recenti del sistema operativo.
I dati sembrano dimostrare un’inversione di tendenza nella frammentazione di Android rispetto agli anni passati. A confermarlo sono anche i dati pubblicati dall’utente QuestionsEverythang su Reddit : in una comparativa , rispetto a giugno 2015 si vede chiaramente come gli utenti si siano spostati dalle versioni meno recenti a quelle attuali, con le versione più vecchie usate ormai da una percentuale molto limitata di utenti, merito anche del buon andamento delle vendite dei nuovi smartphone Android.
Tutto sembra procedere per il meglio, quindi, ma solo in apparenza. In realtà, gli ultimi dati stanno suscitando non poche perplessità, soprattutto in considerazione del fatto che ci si prepara al rilascio di Android N , la versione che sostituirà Marshmallow e che dovrebbe essere rilasciata nei prossimi mesi con i nuovi terminali Nexus, mentre i principali player hardware dell’ecosistema di Google (Samsung, LG, Sony) rilasceranno i primi dispositivi con Android N nella prima parte del 2017.
Se ad otto mesi dal suo rilascio Android Marshmallow è installato sul 10 per cento dei telefoni Android, considerando anche l’imminente rilascio di una nuova versione, la frammentazione è un problema che non solo non sembra essere superato, ma addirittura peggiorato negli ultimi anni.
Il motivo principale rimane sempre nella eccessiva lentezza dei produttori nel mettere a disposizione un aggiornamento, quando non viene negata del tutto. Google sembra aver trovato un modo per scoraggiare questa tendenza pensando ad una lista nera dei produttori OEM meno tempestivi. Difficile però immaginare che tale strumento possa rappresentare la soluzione, anche in considerazione del fatto che, alla lentezza dei produttori si aggiunge spesso il contributo dei carrier mobile.
Thomas Zaffino