Android, le app sono esperimenti

Android, le app sono esperimenti

Google apre un nuovo portale dedicato agli "esperimenti" su Android, una serie di app che dovrebbero evidenziare le capacità uniche dei gadget mobile di far interagire l'utente con il mondo circostante e non solo
Google apre un nuovo portale dedicato agli "esperimenti" su Android, una serie di app che dovrebbero evidenziare le capacità uniche dei gadget mobile di far interagire l'utente con il mondo circostante e non solo

La nuova iniziativa di Google in ambito mobile si chiama Android Experiments , uno “showcase” delle app che sfruttano le caratteristiche del sistema operativo basato su Linux – soprattutto nelle sue incarnazioni più recenti – per creare o rappresentare qualcosa di unico, almeno secondo quanto dettato dagli standard di Mountain View.

Android è una piattaforma aperta e flessibile, sostiene Google, e fornisce alle persone svariati modi per “immaginare e creare” usando il codice per spingersi ai limiti di quello che è possibile fare con un gadget mobile come smartphone, tablet, smartwatch “e oltre”.

Nelle intenzioni di Google, il nuovo sito dovrebbe servire da vetrina per gli “esperimenti” sviluppati dai programmatori su Android, prevedendo per di più la distribuzione del codice sorgente con licenza open source per permettere ai coder in erba di “farsi ispirare” dal lavoro altrui.

Google ha intenzione di selezionare le app “sperimentali” più meritevoli per l’inclusione nella vetrina di Experiments, mentre le app che vorranno essere prese in considerazione dovranno fare sfoggio di usi innovativi delle funzionalità uniche di Android, esplorare metodi di interazione fra utente e dispositivo, incarnare estetiche visive “uniche e straordinarie” e più in generale essere app “sorprendenti” e mai viste prima.

La partecipazione a Experiments è aperta a tutti , mentre uno dei requisiti indispensabili per le app sperimentali sarà in ogni caso l’obbligo di utilizzare una versione recente di Android, a partire dalla release 4.4 e successive.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 ago 2015
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