Puntuale, dopo la commercializzazione di G1 , arriva l’apertura al pubblico di Android Market , lo store di applicazioni per il googlefonino presentato oltre un mese fa . Entro breve gli sviluppatori potranno cominciare ad aggiungere le proprie appliance a quelle già disponibili, per la verità un po’ pochine anche per il magro numero annunciato ufficialmente dai G-men , ma quando lo store sarà finalmente aperto a chi vuol fare business le cose dovrebbero migliorare.
Prima dell’inizio del prossimo anno, infatti, tutto ciò che sarà disponibile sullo store dovrà essere gratuito e open source; gli autori delle applicazioni avranno modo di registrarsi e cominciare a mettere on-line il proprio lavoro partendo dal prossimo 27 ottobre, e anche se la “vendita” vera e propria non comincerà così presto. Chi vorrà esserci prima della massa dovrà sborsare una cifra “una tantum” da 25 dollari , giusto il necessario per assicurarsi che “ogni singolo sviluppatore sia autenticato e responsabile delle proprie creazioni”.
Una partenza tutta all’insegna della gratuità quindi (almeno per gli utenti), ma quando si comincerà a fare business agli autori verrà garantita una percentuale interessante sui guadagni , il 70%, mentre del restante 30% nulla va nelle tasche di Google come sarebbe lecito aspettarsi e tutto viene spartito tra gli operatori telefonici e la “sistemazione per la fatturazione”. Google ci tiene a far sapere che di suo non guadagnerà nulla dallo store.
Per quanto riguarda le applicazioni attualmente disponibili, sulle 50 annunciate quelle realmente presenti nel catalogo ammontano a meno di una trentina tra adattamenti di videogame da museo, player multimediali, guide turistiche wikipedia-powered e client per il VoIP su Skype.
Con il lancio di Android Market la piattaforma Gphone è sostanzialmente completa: Mountain View ha sempre detto di considerare il canale di compravendita delle applicazioni in maniera molto diversa da un App Store a caso, da cui si differenzia per essere il suo un mercato di libera offerta dei contenuti piuttosto che un negozio tradizionale (per quanto virtuale esso sia) rigidamente controllato dall’alto.
Certo è che la mania degli store di applicazioni mobile non farà che ricevere nuovi impulsi dall’entrata in gioco di Google: a parte Cupertino e relative centinaia di milioni di applicazioni vendute, è di questi giorni la notizia dell’apertura dell’ennesimo negozio virtuale anche per dispositivi BlackBerry, il già trattato BlackBerry Application Center . E Microsoft non sta certo a guardare, mettendosi alla ricerca di personale di alto profilo per Skymarket , “una prima versione di un servizio di marketplace per Windows Mobile”. Avanti il prossimo.
Alfonso Maruccia