Milano – Si tratterebbe di un vero cambio di pelle per quello che era nato come un semplice esperimento per i paesi in via di sviluppo: Android One sarebbe pronto a fare il suo debutto sul suolo americano , con una chiara intenzione da parte di Google di puntare a presidiare tutte le fasce di prezzo del mercato così da cambiare anche gli equilibri di un mercato – quello degli smartphone – che si fa sempre più acceso e in cui le vecchie alleanze sembrano contare sempre meno.
Android One nasce di fatto in Asia, un progetto pensato per realizzare terminali economici e con un software facile da aggiornare in modo tale da aumentare la base potenziale di clienti e utenti di Android nel mondo. Inizialmente Android One prevedeva anche specifiche tecniche precise da rispettare , con addirittura Google tentata di lavorare a chip su misura per gestire completamente sia il lato hardware che software del proprio prodotto: nel tempo il programma si è fatto più morbido e si è pian piano allargato ad altri paesi emergenti (in Africa), ma anche a Spagna e Regno Unito tanto per non farsi mancare nessuna possibilità.
Una discesa in campo di Google negli USA con Android One potrebbe scardinare alcune alleanze (o semplici desistenze) che fino a qui hanno consentito una certa collaborazione pacifica tra Mountain View e i produttori di smartphone : tutto nasce dalla decisione di non mettere a disposizione di terzi l’ultima versione del software di assistenza prodotto per Android (Google Assistant), tanto da spingere Huawei a siglare un accordo con Amazon per avere un prodotto simile (Alexa) a bordo della sua ammiraglia Mate 9 appena fatta debuttare negli Stati Uniti. La nascita di Pixel , inoltre, va a incidere sulla fascia alta del mercato: in questo modo i terminali di Google “rubano” quote di mercato significative ai suoi partner OEM, e lo fa in un segmento ad alto valore aggiunto che significa molto in termini di fatturato e di utili.
Il rapporto tra Google e le varie Samsung, LG, HTC, Sony e ogni altro marchio produttore di terminali Android, di fatto, è andato cambiando ed evolvendosi: a Google sta molto a cuore l’aggiornamento in termini di sicurezza (e di funzionalità) dei terminali, processo che non sempre viene curato al meglio dagli OEM anche a causa della complessità delle certificazioni degli aggiornamenti da effettuare di concerto con gli operatori. Il risultato è che la lotta di Google per ridurre la frammentazione dell’ecosistema non ottiene i risultati sperati. Pixel risponde all’esigenza di mostrare cosa un terminale di fascia alta è in grado di fare con la dovuta cura, Android One potrebbe svolgere lo stesso compito nella fascia media.
Senza contare che con un prodotto di buona qualità, in vendita a 200 o massimo 300 dollari, Google potrebbe puntare a vendere i suoi smartphone senza passare per gli operatori : un business per larga parte inesplorato nel mercato a stelle e strisce, che potrebbe rivelarsi anche interessante economicamente.
Tutto sommato, dunque, ci sono molte buone ragioni per pensare a un debutto di Android One negli Stati Uniti. Se le notizie riferite da The Information , testata non nuova a scoop sul tema, saranno confermate non resterà che aspettare solo qualche mese per vedere che destino potrà avere Android sul mercato americano.
Luca Annunziata