Google è un po’ più vicine alle famiglie grazie a Family Link , un nuovo software per il parental control su Android che non si limita a imporre blocchi per contenuti indesiderati, ma garantisce una fruizione sicura dei dispositivi per tutti i membri della famiglia . L’app permette di “creare un account Google per il tuo bambino che è come il tuo account, ma è possibile anche impostare alcune regole di base digitali che funzionano per la tua famiglia, come la gestione delle applicazioni che il vostro bambino può utilizzare, tenendo d’occhio il tempo in cui lo schermo è attivo, e impostare uno spegnimento automatico sul dispositivo di tuo figlio”.
L’applicazione è compatibile con qualsiasi dispositivo mobile dotato almeno di Android KitKat 4.4 per il “controllante” e Android Nougat 7.0 per il “controllato”. Una lista di dispositivi compatibili è stata inserita tra le FAQ . Link permette di approvare o bloccare le app scaricabili da Google Play (anche da remoto dietro invio di una notifica), stilare report di quanto tempo viene trascorso davanti al dispositivo e impostare anche un limite giornaliero, bloccare il dispositivo da remoto nel caso in cui i genitori volessero vietare l’utilizzo (anche in fasce orarie specifiche dedicate ad esempio ai compiti). Si tratta di uno strumento molto utile se usato in maniera sapiente, che sicuramente migliora il primo approccio con la tecnologia dei più piccoli troppo spesso lasciati in balia di sé stessi davanti alla tecnologia.
Il sistema di protezione e gestione può essere utilizzato fino al raggiungimento dei 13 anni di età . L’età potrebbe però variare a seconda del paese in base ai termini di utilizzo dei servizi di Google (13 anni negli USA, ma ad esempio 16 nei Paesi Bassi). Dalle prime prove si è notato che il processo di setup prevede alcuni passaggi che potrebbero risultare un po’ ostici. Non è possibile ad esempio cedere una casella di posta Gmail già utilizzata da un adulto al figlio, in quanto non è possibile forzare la data d’età del possessore della casella. Sarà necessario per forza di cose attivarne una nuova. Google prevede inoltre di addebitare 30 centesimi di dollaro su carta di credito, come garanzia di legittimità d’utilizzo, e non sono previste al momento metodi alternativi di pagamento: ricordiamo che l’app è inserita in un progetto pilota di test, passibile comunque di correzioni e implementazioni. I primi a poterne usufruire sono le famiglie statunitensi dotate di codice di invito. A stretto giro comunque l’app dovrebbe essere resa disponibile a chiunque in tutto il mondo.
È bene notare che comunque Link non offre alcuna avvertenza o suggerimento circa l’adeguatezza delle app terze installate . Google specifica che “spetta ai genitori scegliere ciò che è giusto per il loro bambino”. Discrezionalità che viene condivisa anche dal tool competitor Family Sharing di Apple, che in maniera del tutto simile non offre una guida su cosa è opportuno lasciare installato sul dispositivo e cosa sarebbe invece meglio rimuovere. Per quanto concerne le app dell’ecosistema Google, esiste un sistema di rating (sigle che identificano a che pubblico è adatta l’app) che può agevolare i genitori nella scelta. Sugli account “kids” Android Pay è inibito e YouTube sostituito con una versione appositamente “filtrata”. Versioni ad-hoc dei servizi Google per i più piccoli si erano già viste nel 2014, ma questa volta il progetto sembra più maturo.
Mirko Zago