“AI” è un acronimo che significa tutto e niente. Utilizzato a torto o a ragione dai produttori di tecnologia da diversi anni, il termine “intelligenza artificiale” copre una serie di funzioni presumibilmente innovative. L’AI è spesso associata alla fotografia, all’editing delle immagini, agli assistenti vocali o alla comprensione di ciò che l’utente sta facendo. Recentemente è stata associata anche alla generazione di contenuti, siano essi testi o immagini.
Alla fine del 2023, con il suo Pixel 8, Google è stato il primo produttore a portare lo smartphone nell’era dell’AI. Il gigante del web ha dato il via a una serie di innovazioni software più o meno fantasiose basate, per la maggior parte, su modelli generativi. Da quel momento, anche Samsung si è unito alla festa con Galaxy AI, mentre Apple si prepara a fare lo stesso con Apple Intelligence, con l’iPhone 16s previsto per l’autunno 2024.
Ma quali sono le differenze tra Google AI (il nome dato alle funzioni Pixel), Galaxy AI (Samsung) e Apple Intelligence?
- Disponibilità di funzioni di AI: Apple è molto indietro rispetto agli altri
- Foto: l’iPhone dovrà accontentarsi della gomma magica
- Generazione di immagini: Apple e Samsung fanno meglio di Google
- Strumenti quotidiani: piccole innovazioni da Google, Apple e Samsung
- Generazione di testo: strumenti di valore discutibile
- Come funziona: Apple si affida a locali criptati, gli altri hanno meno rimorsi
Disponibilità di funzioni di AI: Apple è molto indietro rispetto agli altri
Il primo punto importante è la disponibilità dei servizi di intelligenza artificiale. Data la sua politica normativa, l’Unione Europea viene spesso servita per ultima.
Le nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale sviluppate da Google per i suoi smartphone Pixel vengono tipicamente rilasciate prima negli Stati Uniti e solo successivamente, nel giro di un trimestre, anche in Italia.
Alcuni strumenti AI di Google e Samsung non sono ancora accessibili in Europa, come ad esempio Pixel Studio, il generatore di immagini di Google. Tuttavia le capacità di AI conversazionale in italiano sono presenti sulla maggior parte dei dispositivi grazie ai modelli Gemini di Google e Imagen di Samsung che sono alla base rispettivamente di Google Assistant e Bixby.
Per Apple le cose sono molto più complicate. Al momento del lancio di Apple Intelligence, il servizio sarà riservato agli Stati Uniti, con supporto solo in inglese. La disponibilità di Apple Intelligence nell’UE sarà poi bloccata per diversi mesi, poiché Apple è impegnata in un braccio di ferro con le autorità di regolamentazione europee.
Foto: l’iPhone dovrà accontentarsi della gomma magica
Con Apple Intelligence, l’iPhone otterrà in autunno Magic Eraser (la gomma magica), ovvero uno strumento in grado di rimuovere automaticamente persone o oggetti da una foto, ricostruendo lo sfondo in modo realistico grazie ad un modello di intelligenza artificiale.
Per molte altre funzionalità di editing avanzato basate sull’AI, iOS è però attualmente carente rispetto ad Android. Ad esempio, i Google Pixel possono unire due immagini con persone diverse per includerle nella stessa foto, modificare le espressioni facciali, cambiare lo sfondo, ritagliare oggetti generando pixel mancanti, ingrandire dettagli e altro ancora. Queste funzionalità sono rese possibili da modelli AI condivisi tra Google e Samsung.
Generazione di immagini: Apple e Samsung fanno meglio di Google
Grazie ai modelli di diffusione, è possibile generare un’immagine a partire da una semplice descrizione testuale (il cosiddetto “prompt“). Midjourney e Dall-E sono i più popolari, in quanto in grado di produrre foto estremamente realistiche.
In questo caso, Apple è molto più indietro. La sua applicazione Image Playground può essere utilizzata per creare immagini, trasformare la foto di una persona in un avatar 3D, generare emoji personalizzate o trasformare un disegno in un’immagine (in vari stili). Solo Google, con la sua applicazione Pixel Studio, eguaglia questa proposta. Samsung, invece, si accontenta di strumenti integrati nella sua galleria fotografica, per trasformare una persona in un disegno.
Con Apple Intelligence, Siri dovrebbe diventare più funzionale, grazie a un LLM responsabile dell’analisi delle richieste. Il marchio promette anche un Siri in grado di rispondere a domande personali leggendo i messaggi e le e-mail. Tuttavia, il nuovo Siri sarà limitato a determinate domande. Quando non avrà la risposta, Siri sarà in grado di reindirizzare l’utente a ChatGPT, uno dei partner di Apple. Probabilmente Siri non sarà così intelligente come Gemini.
Strumenti quotidiani: piccole innovazioni da Google, Apple e Samsung
AI generativa significa anche una serie di piccole funzioni progettate per migliorare la nostra vita.
Apple punta in particolare sulle notifiche selezionate a mano (le più importanti appariranno in alto) e sui riassunti dei messaggi, in modo da non doversi più accontentare delle prime righe. Samsung punta molto sulla traduzione in tempo reale di messaggi e chiamate. Google, invece, offre un sistema di riepilogo delle chiamate, un bollettino meteo personalizzato e un’applicazione per estrarre contenuti dagli screenshot. Qui nessuno può competere.
Generazione di testo: strumenti di valore discutibile
L’ultimo aspetto dell’AI generativa è la creazione di testo. I tre colossi sono in grado di riassumere i contenuti, che si tratti di un messaggio o di un lungo articolo, ma solo Samsung e Apple offrono strumenti per la generazione vera e propria dei testi.
Gli strumenti di scrittura di Apple possono essere utilizzati in qualsiasi applicazione per riscrivere un messaggio con un tono diverso o una grammatica migliore. Inoltre, saranno in grado di generare testo grazie all’integrazione di ChatGPT. La tastiera dello smartphone Galaxy di Samsung include uno strumento per generare un messaggio a partire da descrizioni di testo (e parla italiano). Google, invece, non ha implementato nulla (si può sempre chiedere a Gemini di generare un messaggio, ma non si tratta di un’integrazione nativa nelle app).
Come funziona: Apple si affida a locali criptati, gli altri hanno meno rimorsi
Infine, come funzionano queste AI generative? Google, Samsung e Apple puntano su un approccio locale, con chip in grado di elaborare i dati localmente, ma Apple è l’unica a non memorizzare nulla nel cloud (le informazioni essenziali vengono raccolte localmente per ogni utilizzo, in modo da non memorizzare nulla online). Apple Intelligence potrebbe essere più veloce delle altre, grazie alla maggiore potenza dei chip Apple. Ma è anche più limitato e disponibile solo in inglese.
Con l’intelligenza artificiale generativa, Google, Samsung e Apple puntano su un software che ci farà appassionare ancora di più ai nostri smartphone. Le prime funzioni sono ancora molto accessorie (ad eccezione di quelle per le foto), ma se ne prevedono altre in futuro. Google e Samsung hanno già implementato le funzioni descritte in questo articolo. Apple dovrebbe distribuirle tra ottobre 2024 e la primavera 2025.