Che fine hanno fatto gli uccellacci arrabbiati di Angry Birds? Vero e proprio fenomeno culturale di massa nei primi anni d’oro del mercato smartphone, sono un po’ scomparsi dai radar nell’ultimo periodo. Ciò nonostante se la passano bene, anzi benissimo: stando agli ultimi risultati finanziari dello sviluppatore Rovio hanno ripreso a macinare profitti.
Come stanno gli uccellacci arrabbiati di Angry Birds?
Il documento appena pubblicato dalla software house finlandese descrive una crescita importante per i tre principali giochi della serie, vale a dire Angry Birds Friends (2012), Angry Birds 2 (2015) e Angry Birds Dream Blast (2019). Queste le parole del CEO Alex Pelletier-Normand.
Proseguiamo con l’impegno finalizzato a fusioni e acquisizioni, con l’obiettivo di percorrere nuove strade puntando alla crescita nel territorio dei giochi casual, ampliando il nostro pubblico e creando valore attraverso sinergie tra il nostro portfolio e quello dei nostri studi.
I vertici di Rovio hanno in più occasioni manifestato la volontà di diversificare l’offerta, puntando anche alla creazione di altri franchise. Replicare il successo ottenuto in passato non sarà comunque cosa semplice. A tale scopo, la scorsa estate la società ha finalizzato l’acquisizione dello studio turco Ruby Games specializzato in titoli casual. Intanto, il Q4 2021 si è chiuso con un margine operativo pari a 13,1 milioni di euro, in aumento del 75% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2016, Angry Birds è arrivato anche al cinema con un film (tra i doppiatori italiani anche Maccio Capatonda e Francesco Pannofino) dedicato. Nello stesso periodo, sul piccolo schermo è invece toccato alla serie animata (Toons) composta da episodi molto brevi: solo un paio di minuti ciascuno. Qui sopra è possibile vedere in streaming il primo, direttamente dal canale ufficiale YouTube.