Nuove persone ogni giorno imparano a prendere confidenza con laptop, telefoni, smartphone, tablet: gadget elettronici entrati ormai a pieno titolo all’interno delle pratiche professionali e ludiche, fornendo vantaggi indiscutibili alla risoluzione di problemi di vario genere. Il volto brillante della tecnologia a cui, ogni anno, Greenpeace affianca il lato più o meno oscuro, relativo all’impatto in termini di inquinamento che gli apparecchi elettronici producono sul pianeta. La diciottesima edizione della guida verde redatta dall’organizzazione ambientalista fornisce, come di consueto , una panoramica sull’impegno ecologico sostenuto dalle aziende IT.
Tre i criteri considerati per valutare l’impatto dell’elettronica di consumo sull’ambiente: energia e clima, prodotti verdi, attività sostenibili . La guida assegna un punteggio alle pratiche e alle policy aziendali, non ai singoli prodotti, ricordando che l’apparecchio meno inquinante è quello che si è deciso di non comprare, un’asserzione che dunque invita i consumatori a impegnarsi per estendere al massimo il ciclo di vita dei prodotti e a rivolgersi all’acquisto dell’usato.
Osservando i risultati dell’ indagine si scopre che il primo gradino del podio è occupato da Wipro , azienda indiana al debutto nel ranking internazionale di Greenpeace. Wipro ha dimostrato le migliori capacità nella riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) e nell’utilizzo di energie rinnovabili; per quanto concerne la produzione, l’azienda di Bangalore ha ricevuto il punteggio più alto per aver lanciato sul mercato prodotti di elevata efficienza energetica, comportamenti che si confermano anche nell’ambito del riciclo e del ritiro dell’usato, con 17 centri diretti di smistamento e 300 siti autorizzati: il servizio migliore mai registrato in India da un produttore di PC.
In seconda e in terza posizione si trovano HP, che rispetto all’ anno scorso perde la vetta, e Nokia, che conferma le sue performance rispetto all’anno passato dopo aver mantenuto il punteggio più alto per tre stagioni. Brutte notizie per Apple che, in sesta posizione, continua a retrocedere , registrando una mancanza di trasparenza sui dati forniti sulle emissioni dei gas serra e in tutti gli altri parametri considerati dal ranking. Un rapporto, quello tra Greenpeace e Cupertino, che è andato deteriorandosi progressivamente soprattutto a causa dello sfruttamento di energia elettrica derivata da impianti a carbone per alimentare i server dedicati al cloud computing.
“Non c’è una singola ragione per cui aziende come HP, Nokia and Apple non possano fare ciò che Wipro sta facendo”, spiega Casey Harrell, analista IT di Greenpeace. Nonostante l’ assunzione di responsabilità in fatto di ambiente sia diventata una tappa fondamentale per la formazione di una coscienza verde, Harrell è convinto che molte multinazionali IT non si impegnino abbastanza per coinvolgere i governi nelle iniziative volte alla riduzione dell’inquinamento. Così come le lobby dell’high-tech esercitano pressioni in materia fiscale e di telecomunicazioni, allo stesso modo dovrebbero intervenire per una riforma delle politiche energetiche.
Cristina Sciannamblo