“Credo che l’anonimato su Internet debba sparire. Le persone si comportano decisamente meglio quando in gioco ci sono le loro identità reali. La gente si nasconde dietro l’anonimato, convinta di poter dire di tutto come a porte chiuse”.
Parola dell’attuale marketing director di Facebook Randi Zuckerberg, sorella maggiore del founder e CEO Mark. L’addio alle identità anonime sul web potrebbe di fatto costituire una più che valida soluzione a problematici fenomeni come il bullismo e lo stalking .
Intervenuta nel corso di un evento organizzato dal magazine Marie Claire , Randi Zuckerberg ha dunque sottolineato come l’anonimato in Rete sia tra le principali cause di tutti quei pericoli legati a cyberbulli e soprattutto predatori sessuali .
Facebook sarebbe ormai in prima linea nella lotta a tali fenomeni, nonostante certe dichiarazioni di Zuckerberg (fratello) circa la possibilità di aprire il gigantesco social network ai minori di 13 anni .
“Stiamo lavorando attivamente con partner del calibro di Common Sense Media – ha spiegato Zuckerberg (sorella) – in collaborazione con la nostra commissione per la sicurezza degli utenti”.
Le dichiarazioni del marketing director di Facebook si abbinano con quelle precedenti dell’allora CEO di Google Eric Schmidt. In bilico tra voglie di sicurezza e interessi commerciali legati alle identità di milioni e milioni di netizen.
Mauro Vecchio