Anonymous ha rilasciato una serie di email ottenute da un ex-dipendente di Bank of America : in esse si delineerebbe il tentativo della banca di nascondere informazioni relative a pignoramenti.
Dopo la minaccia di Wikileaks alle banche, è Anonymous a sparare il primo colpo in quello che potrebbe essere il nuovo fronte della guerra delle divulgazioni di documenti riservati online. Un membro di Anonymous ha dichiarato che sarebbe un modo per attirare l’attenzione sui comportamenti illeciti degli istituti : “Il modo in cui funziona il sistema è fatto per ingannare l’uomo medio”.
Protagonista del tentativo di insabbiamento sarebbe Balboa Insurance , unità acquistata da Bank of America nel 2008 e impegnata con alcune forme di coperture assicurative su mutui.
Le email risalgono a novembre scorso e sembrerebbero mettere il luce conversazioni tra impiegati di Balboa che si accordano per alterare le registrazioni su alcuni documenti per non farne corrispondere alcuni a specifici prestiti . In pratica veniva cancellato il numero di riferimento del prestito in oggetto.
Un portavoce di Bank of America ha confermato l’autenticità delle email ma ha detto che i documenti non hanno a che fare con i pignoramenti. E dal momento che si parla di eliminazione di alcune immagini, vi è anche la possibilità che si tratti di un’operazione di manutenzione.
A rendere più complicata la situazione il fatto che l’impiegato autore della delazione afferma di essere stato precedentemente attaccato dal suo ex datore di lavoro, oggetto di mobbing, licenziato e addirittura accusato di terrorismo . Inoltre lo scorso mese Bank of America ha raggiunto un accordo per vendere Balboa all’australiana QBE per 700 milioni di dollari (con un passivo di 1,2 miliardi di dollari).
Il sito su cui i documenti sono stati originariamente pubblicati non risulta al momento raggiungibile, anche se sono apparsi vari mirror.
Intanto continua l’ operazione Payback di Anonymous: è stato condotto un altro attacco DDoS , rivendicato dal gruppo di hacktivisti, stavolta contro il sito del collettore di diritti di proprietà intellettuale Broadcast Music Incorporated ( BMI ).
Claudio Tamburrino