Anonymous non cede nella propria offensiva contro il Ku Klux Klan: entrato nel suo mirino lo scorso novembre ora gli hacktivisti hanno annunciato una nuova offensiva che ha già mandato offline siti ad essa collegati e promette di pubblicare le identità di migliaia di suoi membri per condannarli alla gogna pubblica.
Per quanto gli hacktivisti afferenti alle numerose manifestazioni di Anonymous siano sostenitori della libertà di parola ad ogni costo, hanno iniziato a scontrarsi con i razzisti del KKK a seguito dei fatti di Ferguson : dopo l’uccisione nel Missouri di Michael Brown, diciottenne afroamericano disarmato, da parte di un ufficiale di polizia bianco, la situazione è precipitata nella cittadina e mentre nelle strade ci sono state proteste e scontri violenti, il KKK ha iniziato a minacciare l’uso della forza contro chi chiedeva giustizia per il giovane ucciso.
Proprio tali minacce di ricorso alla violenza hanno spinto Anonymous a lanciare #OpKKK, l’operazione che ha portato alla rivelazione dell’identità di alcuni membri locali del Klan e conseguentemente allo scontro diretto Anonymous-KKK: gli incappucciati hanno prima lamentato l’invasione della loro privacy, poi sfidato apertamente gli hacktivisti, intimandogli di non compiere gesti di cui avrebbero potuto pentirsi.
. @KKKOfficial311 ohai. pic.twitter.com/Qv2VeosjNq
— Operation KKK (@Operation_KKK) 1 Novembre 2015
Questo non ha fermato gli Anonymous, che anzi hanno rilanciato prima prendendo il controllo dell’account ufficiale del KKK e da ultimo con una nuova ondata di attacchi che ha permesso di mandare offline una serie di siti collegati con l’organizzazione razzista. Contestualmente, l’ annuncio , per l’emblematica data del 5 Novembre, dell’operazione “HoodsOff” nel corso della quale puntano a smascherare altre mille identità nascoste dal cappuccio a punta .
“Ku Klux Klan. Non abbiamo mai smetto di tenervi d’occhio – si legge nel comunicato di Anonymous – (…) e dopo avervi osservato così a lungo siamo certi che applicare la trasparenza alla vostra organizzazione è la cosa giusta, proporzionata ed adeguata da fare. L’unica azione possibile”.
D’altra parte secondo Anonymous non si tratta solo di un gruppo di razzisti, ma di “criminali” ed “estremisti”, una vera e propria “organizzazione terroristica” che dovrebbe essere riconosciuta come tale dalle autorità.
Claudio Tamburrino