Se è vero che in guerra vince chi ha a disposizione il maggior numero di informazioni, in questo scontro novecentesco di inizio millennio gli Anonymous possono diventare la variabile impazzita che sposta gli equilibri. Sebbene fin qui non sia ancora successo, il gruppo sta prendendo parte allo scontro spalleggiando chiaramente la parte ucraina e scagliando i propri attacchi contro la compagine russa, nonché contro le aziende che ancora non hanno dismesso le proprie attività sul territorio russo. L’ultimo affondo è arrivato nella notte: Anonymous minaccia di pubblicare importanti documenti estrapolati dagli archivi della Banca Centrale della Federazione Russa.
Anonymous contro la Banca Centrale
Documenti importanti, ma quanto importanti? Impossibile capirlo a priori ed è facile pensare che possa essere documentazione tanto scottante da una parte, quanto ininfluente per gli equilibri bellici dall’altra. Per poter spostare davvero gli equilibri servirebbero documenti comprovanti serie compromissioni ai vertici, qualcosa che possa mettere in discussione il controllo centrale del Cremlino.
La governatrice della Banca Centrale, Elvira Nabiullina, è tra le personalità che si sarebbero opposte all’attacco in Ucraina: a seguito delle sue dimissioni, Putin le avrebbe imposto di continuare a rimanere in sella alla Banca Centrale e la sua stimata personalità (anche in Occidente) è ora legata mani e piedi ai destini dello “zar”. La minaccia degli Anonymous ora piomba sugli archivi della Banca con tweet che preannunciano il leak: “35000 file saranno rilasciati entro 48 ore con accordi segreti“.
— Anonymous (@LatestAnonPress) March 24, 2022
Nei giorni scorsi Anonymous si era scagliata contro Nestlé per il suo proseguimento delle attività in Russia e poche ore dopo era arrivato l’addio dell’azienda agli uffici di Mosca. Subito dopo è toccato a Renault e anche dal gruppo francese sono arrivate dolorose scelte in tal senso. Anonymous continua la propria pressione, insomma, che se non determinante si è rivelata comunque coercitiva per il raggiungimento di una stretta maggiore attorno all’economia russa.
In questa guerra di posizione, il fronte online ha una sua rilevanza evidente e Anonymous si è fatto presidio anti-Putin: i documenti stampati da remoto sono uno degli esempi con cui l’Occidente sta facendo trapelare informazioni all’interno, cercando di minare un controllo centrale che per il momento non accenna a piegarsi – ma che secondo alcune letture ottimistiche potrebbe un giorno spezzarsi.