Anonymous ruba ai ricchi per dare ai poveri

Anonymous ruba ai ricchi per dare ai poveri

Operazione RobinHood per il gruppo di hacktivisti. A favore di Occupy e contro le banche. Non di vero furto si tratta, ma di sfruttare le pieghe del sistema creditizio
Operazione RobinHood per il gruppo di hacktivisti. A favore di Occupy e contro le banche. Non di vero furto si tratta, ma di sfruttare le pieghe del sistema creditizio

È stata ribattezzata OpRobinHood : si tratta dell’ultima campagna lanciata da Anonymous contro le banche e a supporto dei movimenti di protesta “Occupy”.

Gli hacktivisti Anonymous hanno unito le forze con quelli di Team Poison, noti per aver colpito il sito di BlackBerry durante i fatti che hanno messo a ferro e fuoco Londra, per lanciare un’attacco che mira a rubare informazioni finanziarie e dettagli di carte di credito e dirottare risorse bancarie in donazione ad associazioni di carità.

Fin dall’origine del movimento Occupy, le manifestazioni a Wall Street che hanno avuto propaggini in tutto il mondo, gli Anonymous si sono schierati con il movimento che dice di essere il 99 per cento sceso in piazza per protestare contro le banche e coloro che rappresentano l’1 per cento che detiene la ricchezza del mondo: proprio dalla Rete il movimento ha preso molta della sua forza.

Così, gli Anonymous avevano già annunciato operazioni per dare visibilità alla protesta, dirette in particolare contro i telegiornali colpevoli di manipolare negativamente l’immagine, e da qualche parte si era avanzata l’ipotesi di un attacco al New York Stock Exchange

Con Operation Robin Hood , invece, gli hacktivisti intendono colpire le banche lì dove fa più male: nel portafoglio. L’obiettivo dichiarato è infatti ora quello di rubare dettagli e dati per accedere a “carte di credito con cui donare al 99 per cento e a vari istituti di carità sparsi per il globo. Le banche saranno costrette a rimborsare le persone”.

Gli hacktivisti fanno cioè affidamento sulla pratica standard secondo la quale nel momento in cui gli istituti bancari individuano una transazione fraudolenta si impegnano a rimborsare il danneggiato e, se ci riescono, a invertire la transazione. Dubbi rimangono su di chi graveranno le spese di transazione e sulla possibilità che creino eventuali problemi ai singoli che non si accorgono in tempo del furto.

Tra le carte di credito prese di mira dagli Anonymous, secondo quanto si apprende, vi sono solo le Platinum e quelle aziendali.

Anonymous e TeaMp0isoN affermano di aver già colpito le carte di credito Chase, Bank of America e CitiBank e di aver effettuato donazioni a favore di proteste in tutto il mondo, enti di carità per senza tetto e altre organizzazioni filantropiche.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
1 dic 2011
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