Una nuova ondata di cyberattacchi, recentemente scatenata dall’ormai celebre gruppo di attivisti Anonymous. Quella che è stata già definita Operazione Turchia ha così preso di mira le autorità di Ankara, accusate di aver programmato una pericolosa campagna di censura delle più varie attività connesse dei netizen locali .
Il sito ufficiale del ministero delle Telecomunicazioni turco è dunque finito offline, bombardato da quello che è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica dei misteriosi Anonymous. L’attacco DDoS è stato prontamente rivendicato dal gruppo di cyberdissidenti, in uno specifico comunicato apparso sul sito anonnews.org (attualmente fuori uso).
Nel mirino degli hacker è così finito l’imponente meccanismo di filtraggio annunciato dal governo di Ankara, che dovrebbe partire alla fine del prossimo agosto per tracciare le attività online degli utenti turchi . Gli Anonymous hanno sottolineato come le motivazioni offerte in merito dalle autorità restino assolutamente vaghe.
Un secondo messaggio del gruppo è stato poi indirizzato ai vertici della North Atlantic Treaty Organization (NATO), responsabili di una recente pubblicazione sui pericoli globali dell’attivismo hacker e in particolare delle operazioni condotte da Anonymous. L’organizzazione atlantica dovrebbe prestare maggiore attenzione a quelle che sono le esigenze del popolo e della democrazia .
Stando al messaggio diramato dagli Anonimi, le accuse formulate nel report della NATO sarebbero utili soltanto a difendere le attuali gerarchie dell’establishment . I vertici dell’organizzazione avevano infatti puntato il dito contro i precedenti attacchi DDoS contro i siti di PayPal, Visa e Mastercard.
Nel frattempo, i sistemi informatici del National Health Service (NHS) britannico sembrano finiti nelle grinfie di LulzSec , il nuovo gruppo di hacker apparentemente fuoriusciti dal nucleo originario degli Anonymous. Si tratterebbe però di un assalto condotto a livello locale, che non avrebbe prodotto fughe di dati relativi ai pazienti d’Albione .
Gli attivisti di Lulzraft – sorta di sottogruppo di LulzSec – sarebbero invece riusciti ad intrufolarsi tra i meandri del sito ufficiale del partito conservatore canadese, diramando un comunicato stampa fasullo sulla presunta morte per soffocamento del premier locale . Lulzraft avrebbe fatto breccia anche nell’account Twitter del Primo Ministro canadese.
Mauro Vecchio