Un sofisticato software di riconoscimento delle emozioni potrebbe prossimamente mettersi al servizio dei mastini della proprietà intellettuale e dei produttori cinematografici affamati di dati e commenti da trasformare in prodotti blockbuster cuciti addosso ai bisogni del pubblico.
L’azienda Aralia Systems e il Machine Vision Lab dell’ Università del West England hanno ottenuto una Knowledge Transfer Partnership che garantisce per il progetto quasi 250mila euro.
Il dr. Adbul Farooq del Machine Vision Lab ha spiegato che l’intenzione è quella di estendere le funzioni dell’attuale sistema di antipirateria aggiungendo un software che possa leggere le reazioni fisiche e le emozioni degli spettatori per individuare i sospetti . “Vogliamo progettare strumenti in grado di raccogliere dati che possano essere utilizzati per monitorare le reazioni del pubblico di un cinema, per valutarne le reazioni ad un film o alla pubblicità, ma anche per controllare da vicino l’attenzione e i movimenti che si svolgono nel buio della sale”.
Per farlo intendono utilizzare telecamere 2D per raccogliere dati che possano spiegare le emozioni dell’audience e 3D per individuare i suoi movimenti complessivi in sala.
Tutti questi dati saranno dunque destinati ad essere incamerati e passati ai produttori che potranno aggiungerli a quelli di box office per tirare le somme sul prodotto appena confezionato e sui prossimi progetti da finanziare.
Inoltre, però, è logico supporre che questo nuovo livello di controllo nelle sale sarà impiegato anche per stanare la nemesi dei produttori cinematografici, i camcorder .
Contro di loro, d’altronde, gestori di sale e produttori non hanno finora risparmiato nessun colpo: dai vigilanti con visori notturni e le ispezioni, ai watermark audio per individuare il cinema, fino ad arrivare in alcuni casi addirittura ai metal detector all’ingresso.
Inoltre la stessa Aralia Systems titolare del progetto si distingue già per essere un fornitore di dispositivi di tracciamento della pirateria e in particolare di un sistema anti-camcorder che, nel caso in cui vi sia una telecamera puntata allo schermo, fa scattare una serie di allarmi.
Claudio Tamburrino